La discesa degli dei by Marino Bartoletti

La discesa degli dei by Marino Bartoletti

autore:Marino Bartoletti [Bartoletti, Marino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Gallucci
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Quella Rossa come premio televisivo

Il Grande Vecchio le strinse premurosamente le mani.

«La verità, cara Raffaella, è che, quando si raggiunge il successo, tutti sono pronti a farti del male. Sta a noi decidere per che cosa valga davvero la pena soffrire. Diciamo che entrambi abbiamo una certa esperienza in materia» proseguì chino verso di lei, come in un gesto di protezione. «Nel suo caso però, ed è inutile che glielo dica, ci sono state milioni di persone che l’hanno ammirata e le hanno voluto sinceramente bene. Non posso dire che le invidio la capacità di farsi amare – in questo avrei tanto da imparare –, ma nella bilancia della vita, al di là dei dolori che mi ha raccontato, lei può davvero vantare un apprezzamento che non si è mai spento»

«Anche lei, commendatore, è stato molto amato…»

«Non so se è il verbo giusto. Diciamo che mi sento appagato quando vedo la gente gioire per qualcosa che porta ancora il mio nome»

«Lo sa che una volta in una mia trasmissione, proprio poco dopo essere andata via dalla Rai, mettemmo in palio una Ferrari?»

«Spero almeno che le sia stato fatto un buon prezzo»

«Purtroppo no, forse perché lei ci aveva lasciato proprio l’anno prima. Non mi ricordo il modello, ma so che il vincitore venne molto invidiato. Si chiamava Gianni, era un ragazzo romano di origine irpina che poi avrebbe fatto carriera come dirigente d’azienda. Mi risulta che quella Ferrari ce l’abbia ancora»

«Immagino ne sia felice. Negli Anni Ottanta indovinammo dei modelli stupendi. Peccato che non abbia mai potuto avere lei fra i miei clienti…»

Raffaella, rasserenata anche grazie a questa amabile conversazione con il suo galante interlocutore, si abbandonò finalmente a una risata liberatoria.

«Si figuri, commendatore, io facevo la pubblicità alla Mini Minor. E prima ancora alla 600 e alla Lambretta. Diciamo che una Ferrari sarebbe stata molto al di sopra delle mie ambizioni di guidatrice. Però mi piaceva la macchina come “ambiente”: durante i viaggi, per esempio da Roma all’Argentario, nascevano tante piccole idee, tante suggestioni, persino buoni progetti. E poi, nell’ultimissima trasmissione che ho condotto, scelsi proprio l’auto come “salotto” per alcune mie interviste. Ma forse è il caso che torniamo al lavoro, non trova? Abbiamo ancora qualche cosetta da sbrigare. Mica vorremo deludere il Titolare!»

Raffaella ormai si era “impossessata” della materia. Come sempre aveva preso terribilmente sul serio il suo incarico.

Sì, c’era ancora qualcosa da fare. C’erano tre casi irrisolti, per i quali andavano trovati gli “ambasciatori” giusti, peraltro già individuati in linea di massima, e le cui ricerche erano affidate al pazientissimo Francangelo. Il quale per la verità se ne stava silenzioso da qualche minuto.

«Che c’è, amico mio?» gli chiese il GV, a cui la cura-Raffaella sembrava aver fatto davvero un gran bene.

«Nulla, commendatore. Stavo solo ripensando all’emozione che ci hanno dato i nostri due ultimi ospiti: l’esperienza che stiamo facendo è davvero un grande arricchimento. E dire che nei “nostri” anni di personaggi importanti e interessanti ne abbiamo incontrati a centinaia. Mi ha molto colpito, fra l’altro, il loro essere meravigliosi figli del Sud.



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