La guerra e l'odio by Nicolai Lilin

La guerra e l'odio by Nicolai Lilin

autore:Nicolai Lilin [Lilin, Nicolai]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-05-25T12:00:00+00:00


1. Cioè il motivo per cui si sono schierati con i russi.

7

Sono nato e cresciuto in un tipico quartiere periferico della periferia del territorio sovietico, uno di quelli che di solito venivano definiti magala, che nel gergo di strada indica un luogo dove l’illegalità prevale sulla legalità. L’origine di questo termine è islamica: nei paesi musulmani magala designava piccole regioni in cui sorgevano una serie di villaggi, uniti tra loro da una rappresentanza istituzionale e religiosa comune.

Quando in epoca zarista consolidarono la propria posizione nelle regioni del Caucaso attraverso la brutale repressione militare dei popoli locali, a loro volta violenti e riluttanti a sottomettersi alla legge dello zar, in quanto preferivano mantenere le antiche usanze dei guerrieri montanari, i russi concentrarono le guarnigioni militari nelle grandi città, mentre i ribelli si nascondevano e mantenevano il controllo sulle zone periferiche, i magala per l’appunto. Così, questo termine ha iniziato a designare, nel gergo di strada russo, i territori dove vige il potere dei fuorilegge.

Nel mio quartiere abitavano parecchie persone anziane dal passato alquanto torbido, per lo più legate al mondo della criminalità. Molti di loro avevano trascorso quasi tutta la vita all’interno delle carceri sovietiche e alcuni ricordavano persino i lavori forzati nei lager istituiti dal GULAG, ormai tristemente noti grazie ai resoconti magistrali di numerosi autori sovietici, tra cui ricordiamo i più conosciuti: Aleksandr Solženicyn con il suo Arcipelago GULAG e Varlam Shalamov con I racconti della Kolyma. Apprendendo le storie di quei vecchi sulla vita nei cantieri durante lo scavo del Belomorkanal, che ha unito il Mar Bianco al Mar Baltico, oppure sull’estrazione dell’oro presso il fiume Kolyma o sul disboscamento della taiga lungo i fiumi Amur ed Enisej, rimanevo colpito da come l’uomo avesse potuto concepire quelle imponenti macchine per lo sfruttamento e l’annientamento dei suoi simili, obbligandoli a un lavoro sfibrante e spesso mortale.

Tuttavia la brutalità dei lager sovietici era niente in confronto alle strutture di morte create dai nazisti, dove il massacro degli esseri umani fu trasformato in un processo simile alla catena di montaggio di una fabbrica. Quando per la prima volta iniziai a leggere le testimonianze dei pochi sopravvissuti ai campi di concentramento di Thalerhof e di Terezin, compresi immediatamente che proprio l’esperienza maturata dall’Impero austro-ungarico nella creazione e gestione di quei luoghi di morte servì come base ai nazisti per l’attuazione dei loro terribili progetti di sterminio.

A differenza degli stermini di civili di varie etnie e classe sociale perpetrati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, del massacro dei russi consumatosi nell’Impero austro-ungarico colpisce il fatto che, nonostante la ben nota meticolosità germanica, caratteristica degli austriaci non meno che dei prussiani, quel genocidio sia stato condotto senza un progetto chiaro, ma sia avvenuto come un atto del tutto spontaneo, deciso all’ultimo momento.

Era chiaro alle autorità locali, alla polizia e alla gendarmeria che il governo centrale di Vienna temeva l’infedeltà dei ruteni, in gran parte dovuta a precedenti repressioni, ed era deciso a risolvere questo problema, la cui entità tendeva di gran lunga a esagerare, con ogni mezzo necessario.



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