La mappa del templare. Rex Deus. L'armata del diavolo by Marcello Simoni

La mappa del templare. Rex Deus. L'armata del diavolo by Marcello Simoni

autore:Marcello Simoni
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Thrillers, Fiction, Historical, General
ISBN: 9788854149632
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2013-01-06T23:00:00+00:00


Capitolo 25

«Ti avevo detto che sarebbe finita così», esclamò Margherita Marsili con un piglio accusatorio. «Ma non hai colpa di nulla, mia cara. La vera stolta sono stata io che ti ho dato ascolto. Credimi, è già tanto che quei bruti ci abbiano riportate a bordo senza usarci violenza».

«Taci!». Isabel si aggirava per il cubicolo come un animale in gabbia. «Non riesco a smettere di pensare a mio padre… L’hai visto anche tu mentre tentava di salvarci! Potrebbe essere morto affogato».

«A causa tua». La bella Marsili si abbandonò sul pagliericcio, sospirando. «Se non ti avesse vista su quella spiaggia, sarebbe ancora incolume».

Isabel la fulminò con lo sguardo. «Si può sapere perché sei tanto crudele?»

«Perché ci sarà un prezzo da pagare», ribatté la rossa. «Una guardia uccisa, una scialuppa rubata… Con chi pensi che se la prenderà Nizzâm, una volta tornato a bordo del suo veliero?»

«Non temere, mi assumerò ogni responsabilità. Gli dirò che è stata colpa mia».

«Povera sciocca! Con quel visetto d’angelo, nessuno ti crederebbe capace di ordire un simile inganno. Penserà che ti ho convinta io, non dubitare».

Già stravolta per la sorte incerta del padre, Isabel si sentì pervadere dal senso di colpa. Margherita era crudele e petulante, ma non meritava di essere punita al suo posto. La cosa, però, non le pareva possibile, e dopo essersi fermata a riflettere le si rivolse con modi più affabili: «Non potrà mai farti del male», disse, quasi volesse confortare anche se stessa. «Lui ti desidera».

La bella Marsili scosse il capo. «Tu non sai nulla del desiderio, come non sai nulla dell’amore».

«So più di quanto credi», si difese Isabel, piccata. «Il mio promesso…».

«Hai davvero amato un uomo al punto di mettere a rischio la tua vita?», la interruppe la rossa, esprimendosi con una tale veemenza che parve sul punto di mettersi a piangere. Si asciugò gli occhi, tentando di sciogliere il nodo che aveva in gola. «Hai mai provato una passione tanto intensa da restare insonne per giorni e giorni?».

Isabel si ritrovò spiazzata da quell’improvvisa manifestazione di dolore, un sentimento quasi palpabile e persino più intenso di quando Margherita le aveva parlato della strage della sua famiglia. Credeva ormai di conoscerla bene e non si sarebbe mai sognata di attribuirle una tale profondità di spirito, al punto che spesso l’aveva stimata arida ed estranea agli affetti. Eppure, guardando la donna dai capelli di fiamma accovacciata nella penombra, si sorprese di invidiarla. Le stava offrendo la testimonianza di una passione amorosa che lei, probabilmente, non avrebbe mai provato. «Lui chi era?», le chiese.

«L’ho conosciuto a Tolone», rispose la compagna. «Era l’uomo che dovevo uccidere».

«Ma come puoi…».

«Zitta!», disse d’un tratto la rossa, mettendosi in allerta. «Non ti sei accorta di nulla?»

«Accorta di cosa?»

«Il veliero si sta muovendo. Abbiamo ripreso il mare…».

Proprio in quel momento, la porta del cubicolo si spalancò lasciando entrare due azap. «Nizzâm veut vous parler, mademoiselle», disse uno di loro, afferrando Margherita per un braccio.

«No!», gridò la malcapitata, tentando di sottrarsi alla presa.

Isabel cercò di intervenire ma fu respinta indietro. Prima di attraversare l’uscio, Margherita le rivolse un ultimo sguardo.



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