La regina Carlotta by Julia Quinn & Shonda Rhimes

La regina Carlotta by Julia Quinn & Shonda Rhimes

autore:Julia Quinn & Shonda Rhimes [Quinn, Julia & Rhimes, Shonda]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-04-19T12:00:00+00:00


Buckingham House

Vicino agli appartamenti reali

3 ottobre 1761

L’Incoronazione era stata favolosa. Lo dicevano tutti. Il re e la regina erano splendidi. Avevano recitato magnificamente la loro parte. L’unica volta che Brimsley li aveva visti vacillare era stato durante il tragitto di ritorno a Buckingham House. Erano letteralmente schiacciati sotto il peso delle corone e si erano ritirati ciascuno nei propri appartamenti, dov’erano rimasti per il resto del pomeriggio.

Anche se era un giorno pari.

«Secondo te da dove è uscito questo accordo?» domandò Brimsley a Reynolds mentre avanzavano in corridoio, ciascuno con un vassoio d’argento per il rispettivo padrone. Stava calando la sera; il sole al tramonto tingeva d’oro tutta la dimora reale.

«Ti riferisci ai giorni pari?» replicò Reynolds.

«Sì.»

«Non oso pensarci.»

«È quanto mai singolare.»

«Non spetta certo a me fare domande sulle abitudini dei reali» dichiarò Reynolds.

«Ma…?» Perché chiaramente c’era un ma implicito.

«Non ho intenzione di concludere la frase.»

Brimsley lo guardò da sotto le ciglia. «Non sei spiritoso.»

«Sono spiritoso esattamente quanto basta.»

«È proprio quello che ho detto. Solo una persona totalmente priva di senso dell’umorismo direbbe una cosa del genere.»

Reynolds gli scoccò un’occhiata stizzita, ma a Brimsley sembrò di cogliere anche dell’affetto.

«Non sorridere» gli intimò Reynolds.

Brimsley sogghignò. «Che cos’hai per il re?» chiese, indicando con il mento il suo vassoio.

«Corrispondenza. E tu?»

Brimsley osservò le carte sul proprio vassoio. «Sta organizzando un concerto. Con un pianista bambino. A me sembra molto strano, ma lei insiste di averlo sentito suonare e garantisce che sia bravo.»

«Verrà qui dal Continente?»

«Da Vienna» confermò Brimsley.

«E come viaggerà?» rifletté Reynolds. «Via terra? O via mare?»

Erano ormai arrivati davanti alle porte degli alloggi reali da almeno un minuto. E si erano fermati a conversare.

«Non ne sono sicuro» rispose Brimsley. «La regina è arrivata via mare. Da Cuxhaven. Ha raccontato che è stato terribile. Per tutto il tempo ha vomitato addosso al fratello.»

«Le sorelle» commentò Reynolds con un risolino eloquente.

«Tu ne hai?» chiese Brimsley. Si era appena reso conto di non saperlo. E invece gli sarebbe piaciuto.

«Di sorelle?» ripeté Reynolds. «Due. Più grandi. E tu?»

Brimsley scosse la testa. «Ero figlio unico. I miei mi hanno avuto tardi.» E poi, anche se non glielo aveva chiesto, aggiunse: «Non ci sono più».

«Mi dispiace.»

«Anche a me» mormorò. Era rimasto solo per tanto tempo. Forse per questo amava la vita a palazzo. Gli dava un posto a cui appartenere.

Non voleva diventare malinconico. Indicò le porte delle camere. «Credi che vorranno vedersi?»

«È un giorno particolare» gli ricordò Reynolds.

«Quindi… tranquillo, magari?»

«Il re ha già…» Reynolds chiuse la bocca di scatto.

«Il re ha già…»

«Provveduto ai suoi reali doveri.»

Brimsley era sicuro che non fosse ciò che Reynolds stava per dire inizialmente, ma sapeva anche che non avrebbe aggiunto altro, neppure se lui avesse insistito.

Quell’uomo era una tomba.

«Il re scenderà per cena?» si informò.

«Non saprei» rispose Reynolds. Sul suo viso comparve un’espressione assorta che non gli era consueta. «È stanco. Forse preferirà rimanere nei suoi alloggi.»

«Se dovesse prendere una decisione, ti prego di informarmi, così che possa riferirla alla regina. Magari cambierà i suoi piani di conseguenza.»

Reynolds girò leggermente la testa e inarcò un sopracciglio.



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