La Roma di Mussolini by Sidoni Paolo

autore:Sidoni, Paolo [Sidoni, Paolo]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Progetto di Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Morpurgo per il concorso di primo grado per il Palazzo del Littorio.

Il 27 dicembre del ’33 viene indetto ufficialmente il concorso per il Palazzo del Littorio. L’area nel quale dovrà sorgere copre il triangolo compreso tra via dell’Impero, via Cavour e via del Cardello-via del Colosseo. Nelle indicazioni del bando la Casa madre del fascio, come anche viene chiamata, prevede un piazzale in grado di accogliere le masse nel corso delle manifestazioni solenni. L’altezza del corpo principale non potrà superare quella dell’antistante basilica di Massenzio. Il ricorso allo stile e ai materiali da utilizzare è libero. Deve tuttavia essere tenuto ben presente

l’altissimo significato del tema da sviluppare ed il valore dell’ambiente in cui il nuovo edificio sorgerà. Nei riguardi dell’ambiente assumerà fondamentale importanza l’armonizzare il colore del nuovo edificio con quello dei monumenti circostanti. La concezione architettonica sarà tale da corrispondere alla grandezza ed alla potenza impresse dal Fascismo al rinnovamento della vita nazionale, nella continuità della tradizione di Roma. Il Grande Edificio dovrà essere degno di tramandare ai posteri, con carattere duraturo e universale, l’epoca Mussoliniana.476

Gli elaborati dovranno comprendere 6 ingressi di cui 4 principali su via dell’Impero, accessibili anche alle automobili. Il numero totale dei locali previsto è di 540. All’annesso sacrale della mostra permanente della Rivoluzione ne verranno destinati all’incirca 80. Negli altri prenderanno posto gli uffici del duce, dei vertici del partito, un centro informativo sul fascismo per gli stranieri, le associazioni dei dipendenti pubblici, quattro redazioni di giornali e gli enti pubblici.

Se l’implicazione simbolica della giustapposizione di antichità classiche e monumentalità fascista è chiara a tutti, non altrettanto lo è il modo di risolvere il problema. Divisi fra modernisti e tradizionalisti gli ambienti culturali attendono dal concorso per il Palazzo del Littorio, evento artistico finora più significativo, la definizione del canone architettonico fascista.

Dalle colonne di «la Casa bella» Pagano preannuncia:

La lotta sarà grande. Due mondi si urteranno ancora una volta: quello statico, innamorato della forma e dell’ampollosità, che si autodefinisce come difensore della romanità, delle leggi supreme dello spirito e della tradizione italica, e quello progressivo e vivo che trarrà salute dalla rude ed eterna purezza delle cose semplici e che cercherà di esprimere l’ideale dell’italiano moderno attraverso misure e cadenze di oggi senza ricorrere alle dimensioni dei dinosauri, alla rettorica spagnolesca o alle equazioni di Vitruvio.477

La giuria è composta dagli architetti Armando Brasini, Marcello Piacentini, Cesare Bazzani, dal governatore Francesco Boncompagni Ludovisi, dal segretario del sindacato architetti Alberto Calza Bini, da quello degli ingegneri Gioacchino Russo, dall’ispettore generale dei servizi tecnici governatoriali Paolo Salatino, dal direttore dell’ufficio Belle arti Antonio Muñoz e dall’archeologo Corrado Ricci. Con Achille Starace alla presidenza, coadiuvato dal segretario amministrativo del partito Giovanni Marinelli, è tuttavia chiaro che il controllo politico prevarrà su quello artistico.

I nomi presenti nella giuria dovrebbero rassicurare i “passatisti”, preoccupati che in un’area di tale rilievo storico possa sorgere una qualche bizzarria modernista. Ma a far scattare il campanello di allarme è la seconda città di fondazione inaugurata nell’Agro Pontino, Sabaudia.

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