La Sindrome di Didone 2 - Superbia by Christina Mikaelson

La Sindrome di Didone 2 - Superbia by Christina Mikaelson

autore:Christina Mikaelson [Mikaelson, Christina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2023-05-08T12:00:00+00:00


19

Non est vivere sed valere vita est

La vita non è essere vivi ma stare bene.

MARZIALE

RICCARDO Costa se ne stava seduto in sala da pranzo a trafficare con dei fogli sparpagliati sopra il tavolo, quando Leonardo oltrepassò la porta d’ingresso. L’uomo aveva i capelli scuri, quasi neri, e la pelle diafana come il figlio. Leo aveva ereditato gli occhi verdi dalla madre, ma il padre, visto di profilo, era tale e quale a lui.

Era bello, ancora giovane e consapevole di esercitare un certo fascino sulle donne, delle quali non era mai sazio. Leo aveva solo una vaga idea del numero di amanti che aveva collezionato in quei diciotto anni di matrimonio. La prima volta che lo aveva sorpreso nel suo studio con una di loro aveva undici anni e da lì erano cominciati gli screzi.

Sua madre si era incapricciata di quel ragazzo così carismatico, incurante che nel frattempo Riccardo se la spassasse tranquillamente anche con altre, ed era rimasta incinta a metà dell’ultimo anno di liceo.

Leo sperava di superare la sala da pranzo in punta di piedi per dirigersi in silenzio nella propria stanza: non aveva alcuna intenzione di rivolgergli la parola.

Ma suo padre non era dello stesso avviso.

«Dove sei stato?» gli chiese con finto interesse, guardandolo con una smorfia di disappunto da dietro i suoi occhiali rettangolari.

Leo lo fissò di rimando e si congratulò per l’ennesima volta con Madre Natura per la precisione con cui era riuscita a creare il prototipo perfetto della faccia da stronzo.

«Con Bea», mugugnò secco, per niente in vena di fare conversazione.

«Alla tua età è da sfigati stare con una sola ragazza. Non te la devi mica sposare», commentò sprezzante l’altro, e riabbassò con noncuranza lo sguardo sulle scartoffie.

«Scusami tanto se non sono un bastardo che gode nel far soffrire le persone come te.» Il ragazzo digrignò i denti, assalito dalla solita rabbia che quell’uomo era capace di suscitargli con la sua sola presenza. «La segretaria dove te la sei scopata oggi? In studio o in hotel?» aggiunse con un tetro sarcasmo. Gli dava il voltastomaco, a volte avrebbe voluto dissanguarsi e iniettarsi il sangue di un altro per poter negare di essere suo figlio.

«Se avessi saputo che saresti venuto su così rompicoglioni ti avrei fatto sopprimere alla nascita», borbottò Riccardo in modo altrettanto sarcastico, sollevando appena il viso infastidito.

Leonardo si limitò a sorridere in maniera velenosa. Ormai le sue parole non gli facevano più effetto, e adorava dimostrarglielo rispondendo a tono alle sue provocazioni. «Forse avresti dovuto usare un maledetto preservativo, a quest’ora ti saresti risparmiato tutto questo strazio. Spero che tu e la tua amichetta li usiate, non vorrei che nascesse un altro bambino con un padre di merda come te.»

L’uomo si tolse gli occhiali e li lanciò sul tavolo di malo modo, poi scattò in piedi con il braccio sollevato.

«Razza di insolente, cafone e ingrato che non sei altro!» sbraitò. Gli avrebbe dato un ceffone, se Giulia, sua madre, non fosse comparsa con l’aria assonnata e i capelli ricci arruffati.

«Che sta succedendo? Si



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