La Spada del Destino by SAPKOWSKY Andrzej

La Spada del Destino by SAPKOWSKY Andrzej

autore:SAPKOWSKY Andrzej [Andrzej, SAPKOWSKY]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-429-1664-2
editore: Abyssinian
pubblicato: 2011-08-18T22:00:00+00:00


II

«Ah, peccato che non sia potuto venire in barca con voi. Ma che fare, in mare vomito che è una bellezza. Sai, in vita mia non ho mai parlato con una sirena. Accidenti, che peccato», disse Ranuncolo.

«Se ti conosco bene, scriverai comunque la ballata», rispose Geralt legando le bisacce.

«Certo. Ho già le prime strofe. Nella mia ballata la sirena si sacrifica per il principe, cambia la coda di pesce in due belle gambe, ma a prezzo della perdita della voce. Il principe la tradisce, la abbandona, e allora lei muore di dolore, si trasforma in spuma marina mentre i primi raggi di sole...»

«Chi crederà a queste frottole?»

«Non ha importanza! Non si scrive una ballata perché la gente ci creda. La si scrive per commuoverla. Ma che parlo a fare con te, di queste cose non capisci un cavolo. Di' piuttosto, quanto ti ha pagato Agloval?»

«Non mi ha pagato un fico secco. Ha sostenuto che non ho portato a termine l'incarico. Che si aspettava qualcosa di più, e che lui paga per il risultato, non per le buone intenzioni.»

Ranuncolo annuì, si tolse il cappelluccio e guardò lo strigo con una smorfia triste sulle labbra. «Significa che siamo ancora al verde?»

«Così pare.»

Il bardo assunse un'espressione ancora più triste. «È tutta colpa mia. Geralt, sei arrabbiato con me?»

No, lo strigo non era arrabbiato con Ranuncolo. Per niente.

Che la colpa di quanto era capitato fosse di Ranuncolo, non c'erano dubbi. Nient'altri che lui aveva insistito perché si recassero alla sagra di Quattro Aceri. L'organizzazione delle sagre, aveva spiegato il poeta, soddisfaceva profondi e naturali bisogni umani. Di quando in quando, a suo parere, una persona doveva incontrarsi coi suoi simili in un luogo dove si potesse ridere e cantare, mangiare a volontà spiedini e ravioli, bere birra, ascoltare musica e stringere nelle danze le curve delle ragazze madide di sudore. Se ogni persona avesse voluto soddisfare tali bisogni singolarmente, in maniera spontanea e non organizzata, sarebbe sorta una confusione indescrivibile. Perciò erano state inventate le feste e le sagre. E, dal momento che c'erano le feste e le sagre, bisognava prendervi parte.

Geralt non si era opposto, sebbene la partecipazione alle sagre occupasse una posizione molto bassa nella lista dei suoi bisogni profondi e naturali. Tuttavia aveva acconsentito ad accompagnare Ranuncolo, perché in un tale assembramento di gente contava di ottenere informazioni su un eventuale incarico o lavoro, visto che da un pezzo nessuno aveva fatto ricorso ai suoi servigi e la sua scorta di contante si stava pericolosamente assottigliando.

Lo strigo non era arrabbiato con Ranuncolo per aver attaccato briga coi Forestali. Neppure lui era esente da colpa, sarebbe potuto intervenire e fermare il bardo. Se non l'aveva fatto, era perché non sopportava neanche lui i famigerati Guardiani della Foresta, detti semplicemente Forestali, un corpo di volontari nato per combattere i non-umani. Geralt s'indignava nel sentire le loro spacconate su elfi, borowik e driadi trapassati di frecce, sgozzati o impiccati. Ma Ranuncolo, che girando in compagnia dello strigo si era convinto di godere di una piena impunità, aveva superato se stesso.



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