La Spagna vuota by Sergio del Molino

La Spagna vuota by Sergio del Molino

autore:Sergio del Molino [Molino, Sergio del]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2019-07-10T22:00:00+00:00


6

La bellezza di Maritornes

Questo signore è di quelli che mettono le

cose in leggenda.

AZORÍN, La ruta de Don Quijote (1905)

Presso la porta del monastero di Veruela c’è una croce di pietra su un basamento a gradini. La chiamano la Croce di Bécquer perché la leggenda vuole che il poeta Gustavo Adolfo Bécquer sedesse su quei gradini in attesa dell’ispirazione. O intento a scribacchiare su un quadernetto annotazioni che poi sarebbero diventate rime, leggende e lettere dalla sua cella. La croce medievale che svetta su un antico viale alberato, la solitudine, il vento e il poeta. Di fronte, il monastero sconsacrato scampato alla rovina che tornava a essere santificato dall’arte dei fratelli Bécquer, il poeta e il pittore.129 È difficile immaginare un quadretto romantico più completo e più iberico di questo, con il Moncayo sullo sfondo, carico di mille atavismi magici e tribali.

La croce di pietra che si vede oggi non è più quella medievale, ma una replica molto recente. Nell’agosto del 2007 un fulmine ha colpito un olmo secco che, cadendo, si è abbattuto sulla croce originale mandandola in pezzi. È strano che nessuno abbia visto in questa immagine la vittoria metaforica di Antonio Machado su Gustavo Adolfo Bécquer. Il vecchio olmo di una delle più celebri poesie del primo ha distrutto la fonte di ispirazione del secondo. Per onorare la vittoria di Antonio su Gustavo Adolfo sarebbe stato giusto lasciare le pietre a terra, ma la comarca ai piedi del Moncayo, che ormai da tempo vive dei miti associati al suo paesaggio, non poteva permettersi di perdere una delle tappe di maggior successo delle visite guidate, ed eresse una croce identica a quella di prima, in modo che i turisti potessero continuare a immedesimarsi nel poeta seduto ai suoi piedi, con i capelli scompigliati dal vento, in pieno fervore creativo.130

Ma alcune ombre rovinano la cartolina. Pare che Gustavo Adolfo non andasse ad adagiarsi su quei gradini perché travolto da afflato romantico, ma perché quello era il posto più comodo per aspettare la diligenza che portava la posta e i giornali di Madrid. Nell’attesa, forse maledicendo fra sé la lentezza dei cavalli o lo stato deplorevole delle strade, pensava con ogni probabilità a quello che si stava perdendo nella capitale. Ci sono indizi nelle Cartas desde mi celda (Lettere dalla mia cella) che fanno pensare non tanto a un poeta assorto nella contemplazione del paesaggio, ma a un esule impaziente di tornare nei corridoi del Congresso per scrivere le sue cronache parlamentari e di frequentare i salotti delle signore. Non era così felice di stare lì, lontano da tutto.

I fratelli Bécquer, Gustavo Adolfo e Valeriano, erano arrivati a Santa María de Veruela nell’ottobre del 1863, in seguito a una ricaduta della tubercolosi di cui Gustavo Adolfo soffriva. Il monastero, per l’aria salubre di quelle montagne, era allora un luogo di soggiorno raccomandato dai medici ai loro pazienti agiati. Quella pausa rappresentava un contrattempo grave per il poeta. Bécquer (d’ora in poi mi riferirò con questo nome al solo Gustavo Adolfo) aveva



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.