La storia segreta della Rivoluzione francese. Trilogia completa by Hilary Mantel

La storia segreta della Rivoluzione francese. Trilogia completa by Hilary Mantel

autore:Hilary Mantel [Mantel, Hilary]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Literary, Historical, Political
ISBN: 9791259675026
Google: zCzKEAAAQBAJ
editore: Fazi
pubblicato: 2023-07-09T22:00:00+00:00


11 Era ed è un modo tipico francese di chiamare il preservativo.

V

Bruciano i cadaveri

(1792)

Sette agosto: «Andato?», fece Fabre. «Danton se n’è andato?».

Catherine Motin alzò gli occhi al cielo. «Ascoltatemi ancora una volta, Monsieur. Mme Danton è andata dai suoi genitori a Fontenay e M. Danton è andato ad Arcis. Se non mi credete arrivate a casa di Desmoulins e chiedete a lui. Gli ho dovuto fare lo stesso discorso».

Fabre si precipitò fuori del portone, attraversò la Cour du Commerce, percorse rue des Cordeliers, infilò un’altra entrata dello stesso edificio e salì le scale. Pensava: perché Georges-Jacques e Camille non fanno un buco nel muro? Sarebbe più semplice se vivessimo tutti sotto lo stesso tetto.

Lucile se ne stava seduta con le gambe in alto e leggeva un romanzo mangiando un’arancia. «Chi si vede», disse offrendogliene uno spicchio.

«Dov’è?», chiese perentorio Fabre.

«Georges-Jacques? Ad Arcis».

«Ma perché, perché, perché? Madre santa! Dov’è Camille?».

«Steso sul letto. Mi sa che sta piangendo».

Fabre piombò in camera con lo spicchio d’arancia in bocca. Si avventò addosso a Camille. «No, per favore, no», fece lui coprendosi la testa con le mani. «Non mi picchiare, mi sento male, non ho le forze».

«Che ha in mente Danton? Insomma, tu devi saperlo».

«È andato a trovare sua madre. Sua madre. Fino a stamattina non lo sapevo, non un messaggio, una lettera, niente. Non ce la faccio».

«Quel bastardo pieno di lardo, scommetto che ha in mente di starsene alla larga».

«Mi ammazzerò», fece Camille.

Fabre tornò di corsa in salotto. «Non lo capisco, dice che vuole ammazzarsi. Che dobbiamo fare?».

Lucile inserì il segnalibro e poggiò il romanzo. Era chiaro che per ora non lo avrebbe ripreso in mano. «Georges mi ha detto che sarebbe tornato e non ho motivo di non credergli. Forse però vuoi scrivergli una lettera? Siediti qui e digli che senza di lui non riesci a fare niente, che è poi la verità. E che Robespierre ha detto che senza di lui non riesce a cavarsela. E appena hai finito potresti andare da Robespierre a chiedergli di venire qua. È l’unico che ha il potere di calmare Camille quando si vuole ammazzare».

Neanche a dirlo il 9 agosto alle nove di sera torna Danton. «È inutile che vi arrabbiate, un uomo deve pur sistemare i propri affari. Questa è una faccenda pericolosa».

«Ho perso il conto delle volte che sei andato a sistemare i tuoi affari», ribatté Fabre.

«Che vuoi, divento sempre più ricco».

Baciò la moglie sulla fronte. «Mi disfai i bagagli, Gabrielle?».

«Hai detto bene, sì?», chiese Fabre. «Disfare, non fare?».

«Pensavamo che ci avessi lasciato soli un’altra volta», fece Camille.

«Come, un’altra volta?». Danton lo prese per il polso e lo trascinò per la stanza, con l’altro braccio tirò su il piccolo Antoine. «Oh, quanto mi siete mancati, tesori miei», disse. «Sono stati due giorni interi. Perché sei qui, tu?», chiese rivolto al figlio. «Non dovresti essere in città».

«Si è messo a piangere che voleva tornare a casa», rispose Gabrielle. «Ieri sera non sono riuscita a calmarlo finché non gli ho promesso che oggi ti avrebbe visto. Mia madre viene a prenderlo questo pomeriggio».



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