L’arte del dubbio by Gianrico Carofiglio

autore:Gianrico Carofiglio [Carofiglio, Gianrico]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788838922497
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2007-11-21T23:00:00+00:00

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Collaboratori di giustizia

Un tipo di controesame del tutto particolare cui, per ovvie ragioni, si dedicano in via pressoché esclusiva gli avvocati difensori, e praticamente mai i magistrati del pubblico ministero, è il controesame del collaboratore di giustizia.

La questione dei cosiddetti pentiti, del valore da attribuire alle loro dichiarazioni, delle modalità del trattamento loro destinato, è oggetto di serie riflessioni politiche e giurisprudenziali, ma anche di interventi tanto categorici quanto, spesso, estemporanei e disinformati.

Non è questa la sede per prendere posizione sulla necessità o meno di far ricorso alla legislazione premiale per fronteggiare le forme più aggressive di criminalità organizzata, sulla questione dei modi e dei criteri di ammissione ai programmi di protezione, sul tema del trattamento anche economico da riservare ai collaboratori di giustizia, sul problema della valutazione processuale delle dichiarazioni dei chiamanti in correità.

È però interessante notare come la pratica degli esami dibattimentali di questi soggetti rifletta in qualche modo i connotati e le caratteristiche del dibattito giuridico e politico sull’argomento. Nei processi in materia di criminalità organizzata (nei quali è ovviamente più frequente il ricorso alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia), è infatti possibile riscontrare, accanto a controesami condotti con serenità, consapevolezza del ruolo difensivo e senso della situazione processuale, veri e propri scontri, non sempre composti, fra avvocati e collaboratori.

In questa seconda categoria di casi l’uso di argomenti stereotipi e processualmente irrilevanti nonché la pratica di una strategia aggressiva per preconcetti, si risolvono spesso in cadute di stile e, soprattutto, non sono di alcuna utilità per le posizioni degli imputati colpiti dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Fatta questa premessa dedichiamoci alla lettura di due verbali dibattimentali, tratti da processi di criminalità organizzata, relativi al controesame di collaboratori di giustizia.

Diversamente dagli altri capitoli, in questo caso si riporteranno i due verbali, uno dopo l’altro, senza commentarli separatamente e sviluppando solo alla fine alcune riflessioni di metodo.

Il primo verbale contiene il controesame di un collaboratore di giustizia, condotto dal difensore di un soggetto accusato, fra l’altro, di avere materialmente preso parte a un tentato omicidio.

Il collaboratore di giustizia in questione (che chiameremo convenzionalmente Carbonara), imputato nel procedimento per omicidi ed altri reati, ha riferito, in sede di esame diretto, di avere raccolto le confidenze carcerarie di un suo compagno di detenzione (corresponsabile del tentato omicidio), il quale gli avrebbe raccontato ragioni e modalità del delitto, indicandone i relativi esecutori materiali.

Ecco il testo del primo controesame.

Avvocato: Signor Carbonara, sono l’avvocato Derossi [nome convenzionale]. Le farò alcune domande. Alcune forse le ha già sentite dai colleghi o dal pubblico ministero. La prego di rispondermi lo stesso.

Imputato: Certo.

Avvocato: Può dirci quando ha maturato la sua decisione di collaborare con la giustizia?

Imputato: L’ho detto prima. Ci ho pensato per diversi mesi… ho cominciato a pensarci poco dopo essere stato messo al 41 bis. A un certo punto non ce l’ho fatta più e ho fatto chiamare il giudice.

Avvocato: È corretto dire che la sua scelta di collaborazione è maturata per effetto del duro regime carcerario?

Imputato: Aspetti, aspetti, bisogna chiarire. Il problema per me

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