L'affaire 7 aprile by Roberto Colozza

L'affaire 7 aprile by Roberto Colozza

autore:Roberto Colozza [Colozza, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-02-22T12:00:00+00:00


Non era la prima volta che Santiapichi invocava collaborazione. Né fu il solo a farlo. Perfino l’avvocato Spazzali sollecitò il proprio cliente in questo senso. Ma Negri non recedette. Nelle sue parole la figura di Saronio rifulse in una luce di altissima moralità. Istintivamente generoso. Candido. Ricco di famiglia ma senza adagiarsi sulla fortuna. Voleva sposare la fidanzata Silvia Latini, malvista dalla famiglia di lui, e fece il possibile per coronare il sogno d’amore. Poi la tragedia. Cui Negri si disse estraneo e a cui inizialmente era convinto fosse estraneo anche Fioroni. Cosa univa un uomo come Saronio a Fioroni? Negri parve sinceramente incapace di rispondere: «questo tipo di stima che Saronio portava a Fioroni, io… veramente non son mai ben riuscito a capire in che cosa potesse consistere. Però c’era». Non meno arduo era per la Corte capire la vicinanza di Negri a Fioroni. Elementi contraddittorî la rendevano astrusa, per certi versi malsana. C’era la pena per un amico fragile e uso agli psicofarmaci. E c’era l’aiuto che mai Negri gli negò, compresi prestiti e l’ospitalità concessa a un uomo dal curriculum penale di Carlo Casirati. C’era la ripulsa per una persona sempre meno affidabile, perfino intellettualmente cleptomane – redasse la tesi di laurea plagiando uno scritto di Negri. E c’era l’esser “compagni”, questo inscalfibile nesso che, come in una famiglia che si rispetti, imponeva solidarietà.

L’interrogatorio di Negri avanzava, s’avvicinava la scadenza elettorale di fine giugno. La figura del professore si ritagliò spazio nella campagna radicale. Il suo nome è in calce a un manifesto dominato da una porta carceraria di Mario Dalmaviva. La porta è barrata da una «ics» che simula il segno delle matite copiative usate in cabina elettorale. Sopra c’è il fumetto «vota cosí», sormontato dallo slogan «Annulla le leggi “speciali”». In un altro manifesto Negri sorride dietro le sbarre dell’aula bunker, mano destra a salutare qualcuno, mano sinistra con l’immancabile sigaretta. Nella parte alta le stesse sbarre proseguono nero su bianco il loro tragitto verso i confini del riquadro. «Votiamo Antonio Negri», recita lo slogan99. Il Pr non predicava nel deserto. Un prevedibile endorsement venne da Rossana Rossanda. La comunità de «il manifesto» non la seguí compatta ma il giornale era stella polare per gli elettori del professore100. Meno scontato il sostegno di Oreste Scalzone da Parigi. Il suo «Vota Negri contro Negri» ricorda vagamente quel «Turatevi il naso ma votate Dc» lanciato dall’anticomunista Indro Montanelli in vista delle incertissime elezioni del 1976101.

Prima che aprissero i seggi, “pentiti” per lo piú veneti consentirono a Pietro Calogero altri ordini di cattura, alcuni dei quali recuperavano imputati già traslocati a Roma nel 1979. La presenza incombente del magistrato padovano si fece concreta nel pieno delle elezioni. Racconta Negri che il pomeriggio del 27 giugno, chiuse le urne alle 14, lui e i “compagni” erano a Rebibbia incollati alla tv a seguire le proiezioni di voto. Ruppe la suspense la chiamata a colloquio di un agente di custodia. Negri obbedí recalcitrante, maledicendo chi gli rovinava la probabile festa. Era Calogero giunto apposta per un interrogatorio.



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