L'Amica Geniale by Elena Ferrante

L'Amica Geniale by Elena Ferrante

autore:Elena Ferrante [Ferrante, Elena]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2011-10-17T22:00:00+00:00


24.

Tornai a scuola, fui tirata dentro i ritmi tormentosi che ci imponevano i professori. Molti miei compagni cominciarono a cedere, la classe prese ad assottigliarsi. Gino collezionò insufficienze e mi chiese aiuto. Provai ad aiutarlo ma in realtà voleva solo che gli facessi copiare i compiti. Lo lasciai copiare ma era svogliato: persino quando copiava non metteva attenzione, non si sforzava di capire. Anche Alfonso, sebbene molto disciplinato, era in difficoltà. Un giorno scoppiò a piangere durante l’interrogazione di greco, cosa che per un maschio era considerata molto umiliante. Si vide con chiarezza che avrebbe preferito morire piuttosto che versare una sola lacrima davanti alla classe, ma non ce la fece. Restammo tutti in silenzio, molto turbati, tranne Gino che, forse per la tensione, forse per la soddisfazione di vedere che anche per il suo compagno di banco si metteva male, scoppiò a ridere. All’uscita di scuola gli dissi che per via di quella risata non eravamo più fidanzati. Reagì chiedendomi preoccupato: «Ti piace Alfonso?». Gli spiegai che, semplicemente, non mi piaceva più lui. Balbettò che avevamo appena cominciato, non era giusto. Da fidanzati, tra noi non era accaduto granché: c’eravamo dati un bacio ma senza lingua, aveva cercato di toccarmi il petto e io mi ero arrabbiata, lo avevo respinto. Mi pregò di continuare ancora per un po’, restai ferma nella mia decisione. Seppi che non mi costava niente fare a meno di andare a scuola e tornare a casa sempre in sua compagnia.

Erano passati pochi giorni dalla rottura con Gino quando Lila mi confidò che aveva avuto due dichiarazioni quasi contemporaneamente, le prime della sua vita. Pasquale, una mattina, l’aveva raggiunta mentre andava a fare la spesa. Era macchiato di fatica, agitatissimo. Le aveva detto che s’era preoccupato perché non l’aveva più vista in calzoleria e aveva pensato che fosse ammalata. Ora però che la trovava bene in salute era felice. Ma mentre parlava, di felicità in viso non ne aveva nemmeno un po’. Si era interrotto come se si stesse strozzando e, per liberarsi la gola, aveva quasi gridato che le voleva bene. Le voleva così bene che, se lei era d’accordo, sarebbe venuto a parlare con suo fratello, con i suoi genitori, con chiunque, subito, per fidanzarsi in casa. Lei era rimasta senza parole, per qualche minuto aveva pensato che scherzasse. Vero che io le avevo detto mille volte che Pasquale le aveva messo gli occhi addosso, ma non mi aveva mai creduto. Adesso invece lui era lì, in una bellissima giornata di primavera, quasi con le lacrime agli occhi, e la supplicava, le diceva che la sua vita non valeva più niente se lei gli diceva di no. Quanto erano difficili da sbrogliare i sentimenti d’amore. Lila con molta cautela, pur senza dire mai no, aveva trovato le parole per rifiutarlo. Aveva detto che gli voleva bene anche lei, ma non come si deve voler bene a un fidanzato. Aveva detto anche che gli sarebbe stata grata sempre per tutte le cose che le aveva



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