L'amore sublime by Eleonora D'Errico

L'amore sublime by Eleonora D'Errico

autore:Eleonora D'Errico [D'Errico, Eleonora]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788833231273
Google: 5hGbvwEACAAJ
Goodreads: 43613768
editore: bookabook
pubblicato: 2018-07-14T22:00:00+00:00


SECONDA PARTE

Io sono colei

che mi si crede

«Se cerchi la verità, non la troverai. Dio del cielo, Matteo, ma davvero pensi ancora che ne esista una sola? Davvero pensi che ognuno di noi sia uno e indivisibile? Tu credi di essere uno, di avere una sola faccia? Ah sì? E allora dimmi: quello che io so di te, Serena lo sa? Serena sa che passi tutti i martedì e i giovedì sera con me? E sa che mi hai baciato? Lo sa? E io so quello che di te sa lei? Tu sai chi sono io quando smetti di vedermi? Sai cosa faccio o dove vado? Sai dov’ero e chi prima di incontrarti?»

Come potesse essere tanto bella anche da arrabbiata resta per me un mistero. I suoi occhi scintillavano di vita ed era questo, forse, a renderli ancora più attraenti. Dio, perdonami, perdonatemi tutti se non posso riportare su queste pagine quello che sentivo in sua presenza. E lo so, ero un uomo fidanzato ma non potevo controllare quel sentimento: la volevo.

Avevamo litigato perché, in una delle nostre “lezioni”, le avevo detto quello di cui, prima di allora, prima di saperla morta, ero fermamente convinto: credevo che l’ambizione massima di un buon giornalista fosse cercare la verità, ero convinto che di verità ne esistesse solo una e che fosse quello il fine ultimo di chi sogna di fare quel mestiere che amo e odio al tempo stesso: amo perché mi ha dato tutto e odio perché quel tutto, poi, me l’ha anche tolto. Il tutto, Clelia.

E quella sera, lei, il mio tutto, salì con i piedi sul tavolo assumendo una posa impettita, da soldato. Poi urlò, recitando un passo di Pirandello: «La verità? È solo questa. Per me, io sono solo colei che mi si crede».

Fu in quell’attimo che qualcosa dentro di me esplose di follia. Salii sul suo stesso tavolo, così piccolo che per riuscire a stare in piedi con lei, dovevo esserle molto vicino. E quando le fui accanto quanto desideravo, la guardai in quegli occhi color infinito e la baciai, senza chiedere, senza avere il suo permesso, di nuovo, mentre fuori scrosciava il temporale e dentro di me esplodeva l’arcobaleno.

Quella notte dormii con lei. Le lenzuola del suo letto erano morbide e profumavano di biancheria appena lavata. Mi sdraiai e lei si appoggiò sul mio petto. Fu come fare un bagno tiepido e indossare un morbido pigiama di flanella: avevo la sensazione che la stanza, il letto, lei appoggiata sul mio corpo, la temperatura fuori dalle pareti, la luna, le civette e poi i primi uccelli che cantarono all’alba fossero l’abito perfetto per me e fossero lì, in quel momento, solo per vestire il mio corpo nudo.

La mattina mi svegliai solo qualche istante prima di lei, ma abbastanza presto per sentire il suo corpo abbandonato al sonno riprendere la rigidità della veglia. Si mosse e i suoi capelli biondi presero vita come foglie spostate dal vento. Alzò il suo viso verso di me e ci guardammo, forse prese coscienza della mia presenza, non so, ma spalancò gli occhi e spinse il suo corpo sul mio.



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