Largo Winch - Tome 13 - Le Prix de l'argent by Jean Van Hamme

autore:Jean Van Hamme [Hamme, Jean Van]
La lingua: fra
Format: epub
Tags: Comics & Graphic Novels, General
ISBN: 9782800186818
Google: h4ecwxIpmHQC
editore: Dupuis
pubblicato: 2010-03-25T23:00:00+00:00

ISTANBUL.

Mercoledì 5 maggio 12,30 (ora locale).

Come un masso, la macchina precipitò verso l'acqua grigia dello stretto.

Settanta metri.

Lottando contro il panico che lo assillava, Largo “svuotò la sua anima”.

Esattamente come gli aveva insegnato il vecchio Parlang Khee, nel convento segreto delle caverne dell'Himalaya.

Istantaneamente, sentì il suo corpo diventare molle come un fagotto di stracci.

Ebbe la vaga impressione di udire Simon urlare accanto a lui.

Un attimo dopo, la Cadillac sconquassata si schiantava nell'acqua.

Largo reagì immediatamente.

I suoi muscoli completamente rilassati avevano sopportato bene l'urto.

Riprese il controllo del suo corpo.

Doveva fare presto.

L'acqua grigiastra penetrava dal parabrezza spaccato, appesantendo la vettura e accelerando la sua caduta verso il fondo.

La pressione già gli forava le orecchie.

Non vedeva più niente.

Presto, agire presto.

Afferrò Simon, che sentì inerte.

La macchina, ormai piena d'acqua, affondava come un sasso.

Largo lanciò il corpo abbandonato attraverso il parabrezza.

Scalciando freneticamente, vi s'infilò a sua volta.

Il dolore alle tempie diventava spaventoso.

Aria, presto ― presto.

Senza mollare la presa, Largo si lanciò verso la superficie.

La sua testa urtò contro qualcosa di duro, di molto duro.

Mille stelle esplosero sotto le sue palpebre chiuse.

Aprendo la bocca, aspirò avidamente.

L'aria gli penetrò nei polmoni.

Mezzo tramortito, agitò le braccia.

La sua mano urtò qualcosa al di sopra della sua testa.

Si aggrappò.

Sentì il corpo di Simon ricadere lungo le sue gambe.

Simon! L'aveva lasciato andare.

Chinandosi con uno sforzo disperato, riuscì per un pelo a ricuperarlo.

Si aggrappò più saldamente.

E solo allora, aprì gli occhi.

E non vide niente.

Era nel buio più completo.

Il corpo di Simon stava diventando terribilmente pesante.

Riuscì a passare un braccio inerte del compagno al di sopra dell'appiglio al quale lui stesso si aggrappava.

Quell'appiglio doveva essere una specie di tavola orizzontale.

Un po' sollevato, poté riprender fiato.

Aveva freddo.

Non vedeva niente.

Dove si trovava? E poi i suoi occhi si abituarono.

Scoprì che innumerevoli minimi fili di luce, attenuavano l'oscurità.

Ben presto, distinse dei vaghi contorni: il suo braccio, la sagoma di Simon…

E capì cos'era successo.

Erano già vicini alla riva europea quando la Cadillac era precipitata, a poca distanza dalla ex spiaggia del Lido.

Alcune vecchie barche semimmerse erano abbandonate non lontano dalla costa.

Un caso straordinario aveva fatto risalire Largo proprio sotto una di quelle barche.

Capovolta, a chiglia in su, era senza dubbio trattenuta da una lunga corda appesantita da una pietra.

Ed era contro uno dei suoi sedili che lui per poco non si era rotto la testa.

Sentì Simon muoversi.

Un lungo gemito sfuggì dalle labbra dell'israeliano.

Con un gesto istintivo, Largo gli mise una mano sulla bocca.

L'altro si dibatté.

I due uomini scivolarono.

Mentre agitava freneticamente le gambe per non andare a fondo, Largo sentì le mani del compagno cercargli la gola.

L'israeliano, appena riavutosi nell'oscurità, era ancora sconvolto dalla terribile paura che lo aveva attanagliato durante l'interminabile tuffo nel Bosforo.

― Simon ― ansimò Largo, dolcemente. ― Sono io, Largo… va tutto bene… siamo salvi… è finita… calmati…

Ebbe l'impressione che Simon si dibattesse un po' meno.

Ma continuò a tappargli la bocca con la mano.

― Non gridare, va tutto bene… è finita… non gridare, tolgo la mano…

― Lar…

Largo? La voce di Simon sembrava arrivare dalle profondità dell'orrore.

― Cosa succede? È tutto nero…

Largo l'aiutò ad aggrapparsi al sedile sopra le loro teste.

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