L'arte del salto triplo. Allenare la motivazione per vincere nello sport e nella vita by Giorgio Merola

L'arte del salto triplo. Allenare la motivazione per vincere nello sport e nella vita by Giorgio Merola

autore:Giorgio Merola [Merola, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Education, General
ISBN: 9788859036098
Google: Qa7dEAAAQBAJ
editore: Erickson
pubblicato: 2023-10-17T23:00:00+00:00


Incubazione, incubi o sogni: partorire nuove idee

Tutte le mie imprese sono cominciate come idee, nella mente. Finché un’idea è solo una concezione vaga, ha uno scarso vigore. Solo quando è maturata e cresciuta come il bambino nel ventre materno, quando si è condensata in un’utopia realizzabile, può essere partorita, collocata nel mondo, cioè realizzata.

Reinhold Messner, alpinista

Per «incubazione» si intende la lenta maturazione di un avvenimento, di un proposito, di un’idea. Questo termine deriva dal latino incubare, che significa «giacere sopra»8 e si collega sia all’incubo, sia (e nel nostro caso soprattutto) alla cova e al covare, nel senso che accomuna la maturazione delle uova con il proprio calore corporeo da parte della chioccia e quella di idee, propositi e sentimenti da parte degli uomini.

Sono celebri gli esempi del chimico Kekulé von Stradonitz che, secondo una leggenda, intuì la struttura ad anello del benzene grazie al sogno di un serpente che si mordeva la coda, o quello di Paul McCartney, che più che inventare il motivetto di Yesterday lo «ascoltò» in un sogno.

Parte tutto da quel chiodo fisso, da quello scopo superiore di cui parla Duckworth o dalle visioni di cui parla Messner: «Ho impiegato cinque anni per arrivare a capire che forma doveva assumere una “mia” spedizione. In questi cinque anni di incubazione ho avuto innanzitutto una visione. Poi ho sviluppato una concezione pratica per realizzarla» (Messner, 2021, p. 84). Messner «culla» le proprie visioni: «Lascio perdere i progetti di spedizione che non corrispondono al concetto che ho di qualità. Gli altri li cullo per qualche tempo come visioni. Lascio che crescano» (Messner, 2021, p. 113).

Alcuni scienziati parlano delle proprie intuizioni come di qualcosa che si limitano a osservare, senza aggiungere niente. E, oltre agli scienziati e agli atleti, questo tipo di illuminazioni riguardano anche gli artisti. È il caso della scrittrice Luce D’Eramo che, come riporta Parisi analizzando il fenomeno dell’intuizione, quando scriveva un romanzo, per procedere rileggeva le parti già scritte «fino a quel momento e decideva come sarebbe incominciata la scena successiva. A quel punto prendeva mentalmente i personaggi, li metteva in azione nella scena e li osservava: “Non decido io cosa devono fare, ma me li immagino e li osservo mentre parlano, mentre agiscono: io trascrivo quello che fanno”» (Parisi, 2021, p.100).

Quando arriva l’idea, proprio perché entità complessa, anello di una catena di tante altre idee che a essa si collegano e che iniziano a defluire in modo dirompente, rappresentata da una serie di immagini più che da parole incapaci di afferrarne a pieno il significato, bisogna riuscire a non farsela scappare, tenerne traccia per poi ripercorrere le vie di pensiero che l’hanno prodotta.

Alcune volte se non scrivo di pugno non riesco a concentrarmi, devo scrivere a mano per rincorrere le idee. Sugli atleti che alleno onestamente ho una responsabilità non indifferente e non voglio avere rimpianti. Ho dietro di me tante persone belle che mi aiutano.

Il già citato Alfredo Sebastiani racconta di aver scritto un libro, Il riscatto, mettendo insieme gli appunti in cui riportava



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