L'atto sospeso by Sara De Simone

L'atto sospeso by Sara De Simone

autore:Sara De Simone [Simone, Sara De]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Viella Libreria Editrice
pubblicato: 2024-06-07T00:00:00+00:00


3. La memoria dell’eroe

Nella prefazione che il 21 aprile del 1958, durante un viaggio da Roma ad Ascona, Károly Kerényi scrisse al suo Gli eroi della Grecia, possiamo leggere quanto segue:

Credetti doveroso entrare decisamente nel contenuto dei miti. Lo feci, per quanto possibile, vivendo coi testi, avendo presenti le inesauribili opere vascolari e tombali – nelle tombe sopravvive a lungo la venerazione degli Eroi – non per motivo di interpretazione, ma per l’atmosfera che esse creano. Si presentò allora il compito di portare la materia tramandata ad uno stato di vivificazione e di indipendenza nel quale le figure degli Eroi potessero spiccare nei loro tratti originari. Anche lo scrittore scientifico fu incoraggiato a fare ciò dallo sviluppo dell’arte narrativa a partire da Virginia Woolf. Qualunque Eroe, se considerato insieme al suo culto, è un Orlando di Woolf. […] La narrazione non stratificata ma condotta su di un unico piano prospettico non esiste più da tempo nella grande letteratura. Una forma che faccia parlare contemporaneamente – persino parecchi, uno accanto all’altro o l’uno dopo l’altro – gli antichi narratori e il riflessivo trascrittore successivo dovette venir sviluppata anche nella letteratura scientifica senza neppur voler aspirare all’effetto di un’opera narrativa originale, soltanto affidandosi all’importanza in sé di una materia molto antica. Provare prima a me stesso e poi anche agli altri l’importanza dell’argomento in sé, con un lavoro di lunghi anni occupati a scegliere, liberare e collegare il concreto contenuto umano, ebbe per me, lo riconosco, l’attrattiva di un esperimento scientifico e fu per me nello stesso tempo un tentativo di umanesimo vivente.1

Che Kerényi indichi in Virginia Woolf l’autrice che lo ha maggiormente «incoraggiato» nell’utilizzo del metodo scientifico sperimentale con cui ha affrontato uno dei suoi studi più imponenti e più celebri è elemento di notevole interesse.

Tanto più che questo percorso di ricerca su azione e inazione dell’eroe ha preso le mosse proprio dagli eroi della Grecia, e approda ora alle rielaborazioni della figura eroica nell’opera woolfiana.

L’analogia proposta dal filologo e storico delle religioni ungherese si fonda sulla caratteristica più innovativa – per l’appunto «sperimentale» – dell’Orlando (1928) di Virginia Woolf, ovvero quella di essere una «narrazione non stratificata ma condotta su di un unico piano prospettico»2 in cui l’eroe è costante in epoche diverse proprio come sono costanti – seppur frammentati, discontinui ma al contempo persistenti – gli eroi oggetto dello studio di Kerényi.

Per questa ragione, «qualunque Eroe, se considerato insieme al suo culto, è un Orlando di Woolf»:3 il lunghissimo arco temporale in cui la scrittrice fa vivere il suo personaggio – che nei secoli attraversa anche l’esperienza della metamorfosi sessuale – costituisce per lo studioso l’immagine che più si avvicina, per ampiezza e complessità, alla rappresentazione della permanenza e della vitalità del mito e del culto di un eroe classico nel tempo.

L’Orlando di Virginia Woolf è in effetti, nei termini in cui l’ha definito Maria DiBattista, una «pan-historical fantasy»,4 capace di tenere assieme, reiventandoli, i molti volti di uno dei più grandi eroi della tradizione occidentale. L’intento è perseguito



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