L’uomo e la terra by Ludwig Klages

L’uomo e la terra by Ludwig Klages

autore:Ludwig Klages [Klages, Ludwig]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, General
ISBN: 9788857570907
Google: kbzyDwAAQBAJ
editore: Mimesis
pubblicato: 2020-07-22T22:00:00+00:00


Tutti quei fiori sono caduti

davanti al soffio invernale del Nord.

Perché uno solo fra tutti si arricchisse

dovette scomparire un intero mondo di dèi.

Ma quell’Uno, che si immaginava arricchito nel calpestare i fiori, è – come si può ora facilmente capire – l’uomo come portatore della calcolante volontà di appropriazione, e gli dèi che separò dall’albero della vita sono le eternamente mutevoli anime del mondo dei sensi da cui si è staccato. L’ostilità alle immagini, che il Medio Evo nell’intimo nutrì, dovette esternarsi non appena raggiunse la sua meta: spezzare il legame fra l’uomo e l’anima della terra. Con i suoi sanguinosi colpi contro tutte le altre creature viventi l’uomo realizza soltanto ciò che prima fece in sé: sacrificare l’essere-intrecciato nella multiformità di immagini e nell’inesauribile pienezza della vita a favore dello sradicamento senza patria di una spiritualità separata dal mondo. Egli si è inimicato il pianeta che lo partorì e lo nutrì, perfino il circolo di tutte le stelle, perché è dominato da una forza vampiresca che è penetrata nell’“armonia delle sfere” come una lancinante dissonanza. A questo punto diviene chiaro che il cristianesimo rappresenta soltanto un’epoca di un processo evolutivo molto più antico, attraverso cui un qualcosa iniziato molto prima ha improvvisamente ricevuto il proprio compimento e specialmente in Europa il proprio assetto propagandistico. La forza che attraverso l’uomo si rivolta contro il mondo è infatti tanto antica quanto la… “storia universale”! Il processo evolutivo chiamato “storia”, che conduce fuori dall’orbita dell’accadere e per cui non c’è paragone col destino di un altro essere vivente, inizia precisamente nell’istante in cui l’uomo perde la condizione paradisiaca e improvvisamente in fredda luce sta fuori con occhi estraniati, strappato all’inconsapevole accordo con piante e animali, acque e nubi, rocce, venti e stelle. Le saghe di quasi tutti i popoli del mondo ci lasciano supporre sanguinose lotte già nella preistoria tra l’“eroe solare” portatore di un nuovo ordine e le forze ctonie del destino, che devono alla fine sprofondare in un mondo sotterraneo privo di luce. Con un bizzarro ma istruttivo rovesciamento dei fatti un gesuita ha poi accusato la leggenda delle gesta del greco Eracle di essersi appropriato anzitempo della vita del redentore cristiano! Ma proprio questo è ovunque l’identico senso di quel cambiamento con cui inizia la “storia”: sull’anima si elevò lo spirito, sul sogno la veglia che comprende, sulla vita – che diviene e passa – un’attività che irrigidisce. Nel processo di spiegamento spirituale avviato nel millennio passato il cristianesimo rappresentò soltanto l’ultima e decisiva spinta, grazie a cui lo sviluppo, uscendo dalla condizione del sapere ancora privo di forza – dallo stato del “Prometeo incatenato”, che Eracle rese libero –, ora passava anche al volere e, negli atti assassini che hanno finora continuamente accompagnato i popoli storici, rivelava a chiunque non fosse cieco come una forza extramondana avesse fatto irruzione nella sfera della vita.

Aprire gli occhi su questo fatto, è l’unica cosa che possiamo fare. Dovremmo infine cessare di confondere ciò che è profondamente diviso, ovvero le forze della vita e dell’anima con quelle dell’intelletto e del volere.



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