Le avventure di Peter Pan by Unknown

Le avventure di Peter Pan by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
editore: fp
pubblicato: 2024-08-12T00:00:00+00:00


Una confraternita più orrenda di quella non ha mai penzolato in fila sul Molo delle Esecuzioni6. Tra essi – leggermente più avanti, con l’orecchio a terra per ascoltare i movimenti sospetti dei nemici in marcia, le grosse braccia nude e monete da otto scellini infilate alle orecchie a mo’ di ornamento – c’è Cecco, l’affascinante l’italiano che ha inciso il suo nome a lettere di sangue sul didietro del governatore della prigione di Gao. Il gigantesco nero alle sue spalle ha cambiato più volte nome, da quando ha rinunciato a quello che le mamme di colore ancora oggi pronunciano per terrorizzare i propri figli sulle sponde del Guadjo-mo. Ecco Denteduro, con tatuaggi su ogni centimetro del corpo, lo stesso Denteduro che ammazzò sei dozzine di uomini sul Tricheco del Capitano Flint prima di cedere la borsa piena di moidore7. E poi Cambusa, che si dice fosse il fratello di Murphy il Nero (ma la cosa non è mai stata provata), Starkey il Gentiluomo, un tempo maestro assistente in una scuola pubblica e tuttora cerimonioso quando ammazza i suoi nemici; Lanterna (il Lanterna di Morgan) e il nostromo irlandese Spugna, un tipo bizzarro che pugnala, per così dire, senza offesa, l’unico elemento non conformista della ciurma di Uncino. E, infine, Lasagna, sempre con le mani dietro la schiena, Colonna, Massone e altri farabutti ben noti e temuti nel Mar delle Antille.

Tra loro, gemma più scura e più grande di tutte, si distingue James Uncino o, come si firma lui stesso, Jas. Si narra che Uncino fosse l’unico uomo di cui il Cuoco di Mare avesse paura. È comodamente sdraiato sopra una rozza carretta trainata e spinta dai suoi bravi, e al posto della mano destra ha un uncino di ferro con il quale, di tanto in tanto, li incoraggia ad aumentare l’andatura. Quest’uomo orribile tratta e comanda i suoi uomini come fossero cani, ed essi come tali obbediscono. Ha un aspetto cadaverico e un incarnato olivastro; i capelli, acconciati in lunghi riccioli che da lontano sembrano candele nere, donano un’aria particolarmente minacciosa al suo portamento fiero. Gli occhi, di un blu nontiscordardimé, sono profondamente malinconici, tranne quando affonda l’uncino nelle carni di qualche nemico, e allora le sue pupille si illuminano di un rosso terrificante. Nelle sue maniere si nota ancora qualche traccia del gran signore che è stato e mantiene una nobile compostezza anche quando sgozza i suoi nemici. Si dice che fosse anche un raconteur8 di fama. Più si dimostra garbato, e più sembra minaccioso, il che probabilmente è la prova più autentica del suo retaggio aristocratico. L’eleganza della dizione, anche quando impreca, dimostra, non meno del suo contegno distinto, che è di un altro livello rispetto al resto della ciurma. Uomo di indomito coraggio, si dice che l’unica cosa che lo faccia sobbalzare sia la vista del suo sangue, che è denso e di colore insolito. Negli abiti scimmiottava lo stile che si suole associare al nome di Carlo II, da quando, agli inizi della sua carriera, qualcuno gli ha fatto notare che riscontrava in lui una strana somiglianza con gli sventurati Stuart.



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