Le Avventure di Sherlock Holmes by Arthur Conan Doyle

Le Avventure di Sherlock Holmes by Arthur Conan Doyle

autore:Arthur Conan Doyle [Doyle, Arthur Conan]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:27:20+00:00


Il grande storico inglese Carlo Ginzburg ha dedicato un importante saggio alla figura di Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes. In questa appassionante esplorazione, si sostiene, fornendo molte prove, che tra il lavoro del medico e quello dell’investigatore c’è una profonda connessione, si può quasi dire che facciano lo stesso mestiere. Il medico vede degli indizi, scopre delle tracce, analizza dei “segni”. Poi ricompone tutto ciò che ha visto e annotato in un’armonica visione unitaria, e quella è la “diagnosi”. Anche la malattia - che a volte può essere proprio un killer, purtroppo - deve essere considerata con l’acume di chi cerca un colpevole non con prove evidenti, clamorose e subito decifrabili, ma con l’attenzione rivolta a piccoli indizi, a lievi tracce. Ginzburg dice poi che l’investigatore e il medico hanno un antenato comune, quello che è poi l’antenato di noi tutti, l’Uomo Cacciatore che inseguiva una preda osservando una foglia staccata, un sasso spostato, un graffio in una roccia, un segno nel fango. Da quegli indizi, e dalle capacità di metterle insieme, di ricavare da essi un preciso presentimento, derivava in tutta chiarezza la sua sopravvivenza. Se capiva che di lì era passato un orso, feroce, gigantesco, vendicativo, doveva fare marcia indietro. Se capiva che di lì era passato un giovane daino, timido e mansieto, doveva andare avanti e procurarsi un arrosto succolento; Ma quando, in base a una cattiva interpretazione degli indizi, scambiava l’orso per il daino, allora era lui che si trasformava in cibo. Arthur Conan Doyle nacque a Edimburgo il 22 maggio 1859, da una famiglia irlandese nobile e antica, ma priva di mezzi, tanto che il padre, architetto, aveva solo un modesto impiego presso i lavori pubblici della città. Era però anche un pittore, in una famiglia in cui l’arte era ancora molto amata e dove si contavano famosi illustratori e caricaturisti. Il giovane Arthur amava molto leggere e aveva come autore preferito proprio il grande scrittore scozzese Walter Scott. Gli studi regolari non lo appassionavano, ma nella Facoltà di Medicina scoprì un professore che cambiò la sua vita: Joseph Bell. Lo frequentò anche dopo la laurea, gli divenne amico, era sempre sorpreso dalla sua capacità, che definiva “diabolica”, di scoprire, con pochi, lievi indizi, la personalità dei malati che, per lui, non potevano avere segreti.

Nel 1887, nel romanzo Uno studio in rosso, Bell assunse definitivamente il nome di Sherlock Holmes e, se si confronta una sua fotografia con la descrizione dell’investigatore fatta da Conan Doyle, si scopre che la somiglianza non era certo dovuta al caso. Nel 1887, il “romanzo giallo” aveva già prodotto alcuni capolavori, come per esempio i racconti che Edgar Allan Poe aveva dedicato all’investigatore Dupin, ma Sherlock Holmes era un personaggio del tutto nuovo, destinato a restare unico. È raro, infatti, che un autore, del suo più celebre eroe metta in evidenza non solo i pregi, ma anche i non pochi difetti. Il grande indagatore è un solitario nevrotico che viene preso da vere e proprie crisi ossessive che trascorre suonando il violino o meditando al buio per ore o per giorni.



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