Le cronache dell'Accademia Shadowhunters - 5. Il male che abbiamo by Robin Wasserman & Cassandra Clare

autore:Robin Wasserman & Cassandra Clare [Wasserman, Robin & Clare, Cassandra]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General, Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters #5
ISBN: 9788852067181
Google: _iNDCgAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2015-07-29T22:00:00+00:00

1984

Il branco era piccolo. Cinque lupi soltanto, sotto ingannevoli spoglie umane: due uomini, uno ancora più robusto di Robert, con muscoli grandi quanto la sua testa, e l’altro rannicchiato e invecchiato da un’ispida peluria che gli spuntava da naso e orecchie, come se il lupo dentro di lui stesse prendendo gradualmente il sopravvento. Una bambina con i codini biondi. La sua giovane madre, con labbra lucide e curve sinuose capaci di suscitare pensieri che Robert sapeva di non dover esternare ad alta voce, per lo meno non se Valentine era a portata d’orecchio. Infine una donna nerboruta, molto abbronzata e ancora più imbronciata, che pareva essere il capo.

Valentine disse che era disgustoso vedere dei lupi mannari che infettavano una tenuta Shadowhunter. E sebbene l’edificio fosse abbandonato da tempo e ormai decrepito – rampicanti sulle pareti, erbacce che spuntavano dalle fondamenta, una proprietà nobiliare trasformata in ruggine e macerie – Robert capiva cosa volesse dire. Era una casa con un’illustre storia alle spalle, dimora di una stirpe di intrepidi guerrieri, uomini e donne che avevano rischiato e alla fine sacrificato la propria vita alla causa umana, per salvare il mondo dai demoni. Ed ecco invece quelle creature corrotte dal sangue di demone, fuorilegge che avevano violato gli Accordi e ucciso selvaggiamente per poi trovare rifugio nella casa del loro nemico… Il Conclave rifiutava di preoccuparsi della questione, diceva Valentine. I suoi membri volevano più prove: non perché non fossero sicuri che quegli esseri fossero criminali violenti e spregevoli, ma perché preferivano non suscitare proteste da parte dei Nascosti. Non avevano voglia di dover dare giustificazioni; non avevano il coraggio di dire qualcosa come: “Sapevamo che erano colpevoli, perciò ci abbiamo pensato noi”.

Erano, in altre parole, dei deboli.

Inutili.

Valentine diceva ai suoi amici che avrebbero dovuto essere orgogliosi di svolgere il lavoro che il Conclave non voleva svolgere, e che lo stavano facendo per aiutare la loro gente, anche se ciò significava infrangere la Legge. Nel sentire quelle parole, Robert si riempì d’orgoglio. Che gli altri studenti dell’Accademia si divertissero pure con le loro feste e i melodrammi da adolescenti. Che pensassero pure che crescere significasse diplomarsi, sposarsi e partecipare alle riunioni. Crescere era quello che stavano facendo loro, come ripeteva sempre Valentine. Riconoscere un’ingiustizia e porvi rimedio in qualche modo, a prescindere dai rischi. Dalle conseguenze.

I lupi avevano un senso dell’olfatto molto sviluppato e un istinto molto acuto, anche sotto spoglie umane, perciò gli Shadowhunters dovevano prestare estrema attenzione. Avanzarono furtivamente verso la costruzione fatiscente, sbirciarono dalle finestre, attesero, guardarono. Pianificarono. Cinque lupi mannari e quattro giovani Shadowhunters: una disparità con la quale Valentine non intendeva scherzare. Perciò furono pazienti e prudenti.

Attesero le tenebre.

Era sconcertante vedere i lupi sotto forma di esseri umani, come se fossero una famiglia normale. L’uomo più giovane lavava i piatti mentre l’altro si preparava una tazza di tè; la bambina era seduta per terra a gambe incrociate, e giocava con le macchinine. Robert ricordò a se stesso che quegli usurpatori stavano reclamando una casa e una vita

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