Le figlie del rito. Terra ignota by Vanni Santoni

Le figlie del rito. Terra ignota by Vanni Santoni

autore:Vanni Santoni [Santoni, Vanni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General, Juvenile Fiction, Fantasy & Magic
ISBN: 9788804642565
Google: GcQDoQEACAAJ
Amazon: 8804642564
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-01-01T23:00:00+00:00


H.H. tornò alla Capitale dopo cinque settimane, riportato da Morigan per mezzo del Drago. La campagna contro gli eretici, condotta da lui stesso assieme a Gérier e Bérengier, era stata intensa ma vittoriosa: la città di Ys era stata ripresa, sia pure a costo di cospicue perdite, e tutti i monaci–cavalieri bafomettani, che si erano finalmente arresi alle forze imperiali, erano stati messi al rogo come meritavano. Benché fosse ancora buio il Gran Maestro, ancora coperto dall’elmo e dall’interezza dell’armatura, si prese solo il tempo per “fare le proprie abluzioni”, eufemismo che indicava il ripristino, per via di certi specifici incantesimi, e di una immediata e virulenta pratica della Regola (ecco i gerofanti che si precipitavano a recare un paio di paffuti neonati nelle stanze particolari di H.H.), di un aspetto umano, dopodiché convocò una riunione straordinaria all’alba, per fare un resoconto dei fatti.

Quando H.H. ebbe finito di parlare, e quando fu certo che tutti coloro che lo desideravano avevano alzato il palmo per intervenire e fare domande circa la campagna di Ys, anche Vevisa alzò il proprio.

Erano presenti, oltre al Gran Maestro, Yvain, Urien, Bima, Morigan, Gérier e Bérengier.

— Cosa c’è, dama Vevisa? Parlate, e siate breve e concisa.

— Mio signore, cavalieri. In questi giorni ho ripassato il Codice del Cerchio d’Acciaio.

— Io neanche sono riuscito a cominciarlo... — ghignò Bima in un orecchio a Yvain, che gli tirò in cambio uno sguardo di disprezzo.

— Dunque? — disse H.H. già un poco irritato.

— Dunque, l’ammissione al Cerchio Interno...

I cavalieri si guardarono tra loro.

— Di cosa state parlando, di grazia? — si alzò in piedi Gérier.

— Nobile Gérier — alzò la voce Vevisa, e già gli occhi emanavano una decisione, e forse anche un potere, fin lì mai registrati da alcuno — capisco che, visti i vostri scarsi meriti, voi e vostro fratello — e accennò un inchino sarcastico, alla maniera di Morigan, anche al cavaliere gemello — abbiate, come dicono nelle vostre terre, la coda di stoppa, ma non mi riferivo alla vostra investitura. Lasciatemi finire.

— Siate breve, dama Vevisa.

— Siate breve — ribadì irritato H.H. — E non dimenticate che proprio Gérier e Bérengier sono reduci da una vittoriosa campagna contro l’eresia.

— Non preoccupatevi, mio signore. Non disturberei mai un’assemblea in questa Sala se non vi fossero gravi ragioni per farlo. Premettendo che io stessa la reputo una norma figlia di antiquate concezioni dello Stato, ho letto nel codice che l’investitura al cosiddetto Ordine nell’Ordine può essere ottenuta da un cavaliere del Cerchio d’Acciaio che abbia, a opinione del Gran Maestro, ottenuto sufficienti meriti, ma anche da colui, o colei, che, fatta richiesta formale di ammissione, sia ammesso a duello con un membro del Cerchio Interno, e lo batta.

— A patto che tale richiesta sia valida — disse Yvan — e se ben ricordo, per essere valida deve comunque giungere da qualcuno che abbia il cavalierato.

— Naturalmente — disse Vevisa — ma il cavalierato semplice del Cerchio d’Acciaio può ben giungere per diretta e privata investitura da parte



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