Le invenzioni della vita by Lane Nick

Le invenzioni della vita by Lane Nick

autore:Lane Nick
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore


7. La vista

Dal paese dei ciechi

Nel panorama generale della vita sulla Terra la vista è una rarità. Gli occhi sono assenti, almeno in un senso convenzionale, nel regno vegetale, nonché nelle alghe, nei funghi e nei batteri. Anche nel regno animale gli occhi non sono affatto patrimonio comune. Si dice che nel regno animale ci siano 38 modelli fondamentalmente diversi di piano corporeo – phyla –, ma solo sei di loro hanno inventato occhi veri. Gli altri hanno vissuto per centinaia di milioni di anni senza il beneficio di vedere qualcosa, qualsiasi cosa in generale. La selezione naturale non li ha puniti per la mancanza della vista.

Se consideriamo l’argomento contro questo sfondo piuttosto spartano, i vantaggi evolutivi degli occhi appaiono molto grandi. I phyla non sono tutti uguali, ma alcuni di loro sono molto più uguali di altri. Per esempio i cordati, il phylum che include noi stessi e tutti gli altri vertebrati, comprendono più di 40000 specie; i molluschi, che includono le lumache, le chiocciole e i polpi, ne hanno 100000; e gli artropodi, che comprendono crostacei, ragni e insetti, ne annoverano più di un milione, che costituiscono l’80 per cento di tutte le specie descritte. Di contro, la maggior parte dei phyla meno noti, comprendente organismi strani come le spugne vitree, i rotiferi, i vermi priapulidi e gli ctenofori, familiari per lo più solo a zoologi di formazione classica, conta relativamente poche specie, solo decine o centinaia; i placozoi ne comprendono solo una. Se sommiamo tutte le specie, troviamo che il 95 per cento di tutte le specie animali ha occhi: oggi la manciata di phyla che hanno inventato gli occhi domina totalmente la vita animale.

Ovviamente questo fatto potrebbe essere solo casuale. Magari nei piani corporei di questi phyla ci sono altri vantaggi sottili, non connessi agli occhi, che ci sono sfuggiti, ma la cosa sembra improbabile. L’evoluzione di occhi efficienti, capaci di una visione spaziale nitida, e non solo di percepire la presenza o assenza di luce, dà la chiara sensazione di avere trasformato l’evoluzione. I primi veri occhi apparvero in modo piuttosto improvviso nella documentazione fossile circa 540 milioni di anni fa, in prossimità dell’inizio di quel «big bang» dell’evoluzione – la cosiddetta esplosione del Cambriano – in cui gli animali fecero irruzione nella documentazione fossile con una sorprendente diversità. In rocce che erano state pressoché silenti per lunghe ere geologiche, fecero improvvisamente la loro apparizione, in pratica senza preavviso, quasi tutti i phyla moderni degli animali.

La stretta corrispondenza temporale fra l’esplosione di vita animale nella documentazione fossile e l’invenzione degli occhi non fu quasi certamente una semplice coincidenza, poiché la visione spaziale deve aver messo predatori e prede su un piano completamente diverso; questo fatto potrebbe spiegare da solo, e forse spiega, la predilezione per le pesanti corazze diffusesi fra gli animali del Cambriano, e la molto maggiore probabilità della fossilizzazione. In un libro divertente, anche se a volte esasperantemente fazioso, il biologo Andrew Parker, del Museo di Storia naturale di Londra, ha sostenuto la plausibile tesi che sia stata l’evoluzione degli occhi a guidare l’esplosione del Cambriano.



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