Le origini. L'angelo. Shadowhunters by Cassandra Clare

autore:Cassandra Clare [Clare, Cassandra]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General, Juvenile Fiction, Fantasy & Magic
ISBN: 9788804616993
Google: q1MOuAAACAAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2012-07-14T22:00:00+00:00

La stanza da musica era quasi piena. Tessa, sottobraccio a Magnus, guardava Will farsi strada attraverso la folla alla ricerca di tre posti vicini. Teneva la testa china e gli occhi rivolti al pavimento, ma comunque...

- Continuano a osservarlo - disse Tessa sottovoce.

Magnus annuì. - Certo che lo osservano. – Mentre esaminavano la stanza i suoi occhi riflettevano la luce come quelli dei gatti. - Guardalo. Il viso di un angelo cattivo e gli occhi come il cielo notturno all'Inferno. È molto bello, e ai vampiri questo piace. Non posso dire che non piaccia anche a me. - Magnus sorrise. - Capelli neri e occhi azzurri sono la mia combinazione prefetta.

Tessa sollevò la mano per assestare dei colpetti al riccioli biondo chiaro di Camille.

Lo stregone fece spallucce. - Nessuno è perfetto.

Tessa poté risparmiarsi di rispondere; Will aveva trovato alcune sedie vicine e stava facendo loro segno con la mano inguantata. Mentre si faceva guidare da Magnus verso i posti, la ragazza cercò di non badare al modo in cui i vampiri guardavano Will. È vero che era bello, ma a loro cosa importava? Per loro era solo cibo, no?

Si sedette tra lo stregone e il Nephilim, con le gonne di taffettà verde che frusciavano come foglie agitate da un forte vento. La sala era fredda, non come una stanza affollata da esseri umani, che avrebbero rilasciato calore corporeo.

Quando Will alzò la mano per darsi un colpetto alla tasca del panciotto, la manica si abbassò, e Tessa vide che aveva la pelle d'oca sul braccio. Si chiese se i compagni umani dei vampiri avessero sempre freddo.

Un brusio di sussurri percorse i presenti, e Tessa staccò lo sguardo da Will. La luce dei candelabri non raggiungeva i recessi più lontani della stanza; il "palcoscenico" era parzialmente immerso nell'ombra, e neppure gli occhi da vampiro di Camille riuscivano a distinguere che cosa si muoveva nell'oscurità.

Poi de Quincey ne emerse all'improvviso.

Il pubblico tacque. De Quincey sorrise. Il suo era un sorriso febbrile, che scopriva le zanne e gli trasformava il viso. In quel momento sembrava feroce e selvaggio, simile a un lupo. Un mormorio di sommesso apprezzamento echeggiò nella stanza, come quando un pubblico umano manifesta il proprio apprezzamento per un attore con una presenza scenica particolarmente efficace.

- Buona sera - disse il vampiro. - Benvenuti, amici. Voi che mi avete raggiunto qui siete i fieri Figli e Figlie della Notte. - E sorrise a Tessa, che era troppo nervosa per poter fare a meno di guardarlo a sua volta. - Noi non pieghiamo il collo sotto il giogo oppressivo chiamato Legge. Noi non rispondiamo ai Nephilim. E neppure abbandoneremo i nostri antichi costumi per il loro capriccio.

Era impossibile non notare l'effetto che quel discorso aveva su Will. Era teso come un arco, le mani strette in grembo, le vene del collo sporgenti.

- Abbiamo un prigioniero - proseguì de Quincey. - Il suo crimine è aver tradito i Figli della Notte. - Lasciò scivolare lo sguardo sul pubblico in attesa. - E qual è la punizione per tale tradimento?

- La morte! - gridò una voce.

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