Le sanzioni internazionali by Francesco Giumelli;

Le sanzioni internazionali by Francesco Giumelli;

autore:Francesco, Giumelli; [Giumelli, Francesco ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815410276
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-08-15T00:00:00+00:00


2. Promozione della democrazia e dei diritti umani

Sanzioni mirate possono essere utilizzate per imporre restrizioni a persone o entità coinvolte in attività antidemocratiche o in violazioni dei diritti umani. Queste sanzioni possono includere divieti di viaggiare, congelamento dei beni e altre misure che limitano la capacità di questi individui di compiere certe azioni, ma possono includere anche restrizioni al commercio, agli investimenti e ad altre attività economiche che, danneggiando i membri del governo e chi lo sostiene, potrebbero contribuire a cambiare le sue politiche.

Abbiamo visto in precedenza che queste giustificazioni sono state utilizzate già in passato. Negli anni ’80, una vasta gamma di sanzioni economiche è stata imposta al Sudafrica in risposta alle violazioni dei diritti umani e alla mancanza di democrazia. Le sanzioni hanno contribuito a indebolire il regime di apartheid e hanno portato a elezioni democratiche nel 1994. In un certo senso, anche le misure contro il regime di Ian Smith nella Rhodesia Meridionale riflettono lo spirito di sanzioni imposte con l’intento di assicurarsi che un governo segua le corrette procedure per l’insediamento.

Lo svolgimento di elezioni giudicate non libere è diventato una motivazione largamente condivisa per giustificare il ricorso a sanzioni internazionali. Elezioni formalmente regolari possono essere viziate da pratiche autoritarie portate avanti dal governo in carica, ad esempio attraverso la violenta repressione delle opposizioni oppure anche solo negando l’accesso ai media.

Fra i casi più longevi di sanzioni di questo tipo troviamo le misure imposte dall’Unione europea e dagli Stati Uniti contro la Bielorussia guidata dal presidente Lukashenko, conosciuto anche come l’«ultimo dittatore d’Europa». Le prime misure risalgono addirittura al 1996, ma con le elezioni presidenziali del 2006 iniziò un lungo periodo durante il quale a ogni elezione il governo mise in pratica azioni per garantire la riconferma del presidente o della sua maggioranza in Parlamento. Le sanzioni sono state utilizzate come arma di pressione sul governo affinché rispettasse lo stato di diritto, rilasciasse i prigionieri politici e avviasse un dialogo con l’opposizione.

Nel 2019, l’Unione europea ha condannato la repressione dell’opposizione e della società civile (messa in atto anche con l’utilizzo di norme antiterrorismo) da parte del governo in Nicaragua e, a partire dal 2020, ha adottato sanzioni contro oltre 20 individui ed entità.

Un altro esempio frequente è il cambio illegittimo oppure incostituzionale di governo. Ad esempio, gli Stati Uniti, l’Unione europea e altri paesi hanno imposto sanzioni mirate a militari ed enti autori del colpo di stato avvenuto in Myanmar nel febbraio 2021. Nel continente africano sono numerosi i casi di cambi di governo non costituzionali e per questo l’Unione africana e le altre organizzazioni regionali hanno utilizzato spesso le sanzioni per limitare il fenomeno. Ad esempio, a seguito del colpo di stato militare avvenuto in Mali nell’agosto 2020, che ha rovesciato il governo democraticamente eletto, la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) ha imposto sanzioni economiche al paese. Tali sanzioni comprendevano la chiusura delle frontiere, la sospensione dei flussi finanziari e l’esclusione del Mali dagli organi decisionali regionali. Le sanzioni sono state revocate nell’ottobre 2020, dopo che i golpisti hanno accettato un piano per il ritorno alla democrazia.



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