Le signore della scrittura by Sandra Petrignani

Le signore della scrittura by Sandra Petrignani

autore:Sandra Petrignani [Petrignani, Sandra]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La Tartaruga
pubblicato: 2022-02-23T23:00:00+00:00


Non so a cosa si riferisse precisamente Natalia Ginzburg nel tanto che Garboli dice a proposito degli elementi femminili e maschili della sua scrittura. Citerò, per chiudere, solo questo, che mi sembra molto bello (dall’Introduzione ai Meridiani): «Il suo punto di vista è femminile, oscuro, viscerale, primitivo, diverso, uterino, sconosciuto all’uomo; ma la Ginzburg parla in nome dei due sessi, in nome della totalità dell’uomo (la madre e il figlio)».

Paola Masino

Où sont les neiges d’antan?

«Due anni fa volevo rileggere I promessi sposi. Ho pensato: se non mi sbrigo non farò più in tempo prima di morire. Ero in Toscana. Ci crede? Non ho trovato il libro in tutta la zona. Alla fine me l’ha prestato un’amica. Ecco in che Paese viviamo: in una piccola città toscana non una libreria ha Manzoni! C’erano naturalmente gli ultimi best-seller tradotti dall’americano, ma Manzoni no. Come si può creare una cultura in queste condizioni?» La conversazione di Paola Masino è vivace e travolgente. Ti porta in giro per casa, ti mostra vecchi libri, il pianoforte che un tempo suonava. Apre la finestra del terrazzo e ti fa vedere i suoi splendidi fiori. Ne taglia uno, il più bello, e me ne fa dono. Su un lungo tavolo, nell’ingresso, colpisce una pianta di pothos aureus che stende sul marmo ramificazioni incredibilmente abbondanti ricoprendolo interamente. «Questa pianta mi fa paura, cresce a vista d’occhio. Ma non posso sbarazzarmene, me l’hanno regalata.»

Alla parete un quadro di De Pisis la ritrae bella e giovane, con grandi occhi drammatici. Su un tavolino basso, in salotto, fa splendida mostra di sé una celebre scultura di Arturo Martini. «È il più bel nudo di Martini», mi informa vedendomi interessata. «Lo è per sua stessa dichiarazione e per dichiarazione di tutta la critica. È forse uno dei più bei nudi del Novecento. Sì, perché non è polemico, né lezioso.» Intanto si muove intorno, spalanca le persiane per fare entrare la luce, chiude i vetri per lasciare fuori il rumore. Abita in una strada grande e trafficata di Roma, nei pressi di piazza Ungheria, in un vecchio appartamento accogliente zeppo di libri che occupano le pareti di quasi ogni stanza. Lei è così: accogliente, gentile, ciarliera. Le sue chiacchiere sono di quelle che si ascolterebbero per ore sospendendo il respiro, mai banali, attente all’attualità culturale come ai ricordi di un tempo già lontano e mitico. E poi è curiosa, pone anche lei domande, vuole sapere tutto di chi ha di fronte.

A Roma, chi frequenta abitualmente il teatro non può non conoscerla, almeno di vista: una signora dal viso sottile, con capelli neri venati di fili grigi, ondulati, pettinati a crocchia, due grosse lenti, montate in nero, sul naso, e labbra sottili e malinconiche. All’Opera, come a teatro, Paola Masino è di casa: sono i suoi divertimenti in una vita e in una società che giudica severamente. «Ma perché lei va intervistando le vecchie scrittrici?» domanda. «Ne trarrà inevitabilmente una serie di lamentele. Siamo amareggiate, non ci troviamo a nostro agio nel mondo di oggi.



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