Le tre signore del chiosco di Tokyo by Areno Inoue

Le tre signore del chiosco di Tokyo by Areno Inoue

autore:Areno Inoue [Inoue, Areno]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2024-09-28T22:00:00+00:00


7.

FARFARACCI

Come sospettava, il pacco espresso è da parte di sua cognata.

Ikuko ha trovato la bolla del corriere e ha richiesto una seconda consegna per il giorno dopo, domenica.

Nonostante il sole sia ancora alto, torna dalla cucina con una lattina di birra in mano. Non si mette alla finestra di fronte al parco, dove di solito inizia il suo primo giro, ma va direttamente, con il pacco nell’altra mano, nella stanza del tatami, di fronte al balcone. Beve due sorsi, poi apre il pacco. Imballato alla perfezione, come sempre. Pluriball sotto la prima carta, poi una scatola di cartone. (“Oh, una scatola di dolci alle arachidi Peanuts Monaka, quest’anno!”) Solleva il coperchio e infine, avvolti nella carta, appaiono dei germogli di farfaraccio. Molto più piccoli di quelli che si trovano dai fruttivendoli di Tokyo, ma pieni di teneri boccioli verdi, di cui alcuni già aperti. Sopra il tovagliolo di carta che li ricopre c’è un foglio rosa pallido.

Passali veloce sotto l’acqua per rimuovere la terra, prima di cucinarli!

Lo stesso messaggio con la stessa calligrafia di ogni anno. Sua cognata gestisce una pensione nella regione di Nagano da quando aveva sposato un montanaro. Il marito poi è morto di malattia attorno alla cinquantina, ma la figlia e il genero le danno una mano. Poi, da quando Ikuko aveva sposato Shunsuke, riceve un mazzo di farfaracci ogni primavera, tranne lo scorso anno, quello in cui Shunsuke è morto. Lei ha sempre avuto un buon rapporto con la cognata e, da quando è vedova, si sono telefonate e scritte diverse volte, ma pensava che la storia dei farfaracci fosse finita, che non li avrebbe più ricevuti.

Ikuko beve la prima lattina e prende un germoglio per annusarne il profumo. È la solita quantità.

In ogni caso, anche quando Shunsuke era vivo, era quasi esclusivamente Ikuko a mangiarli. A Shunsuke piacevano molto in tempura, e meno nella zuppa di miso o saltati in padella con mirin e miso. Quando glieli cucinava così, lui si comportava come se lo disgustassero, dicendo che puzzavano di peperone.

«Oh, che belli! Germogli di farfaraccio!» esclama Kōko.

«C’è ancora la terra attaccata!» dice Matsuko felice.

«Pensavo di cucinarli con il miso e usarli per gli onigiri», suggerisce Ikuko. Si sente il cuore leggero mentre lancia questa proposta. Ha fatto bene a venire a lavorare qui, pensa, e non è la prima volta. La verità è che non si aspettava di rimanere così a lungo, all’inizio. Ikuko riflette, mentre taglia i germogli per ripulirli dalla terra. Di certo non è una che prende il lavoro alla leggera, ma onestamente non pensava di essere granché capace, non aveva fiducia in sé stessa. Ma voleva andare avanti, uscire dalla sua situazione, e per questo si era presentata quando aveva visto l’annuncio fuori da Kokoya. Per il resto, si aspettava di stancarsi rapidamente delle relazioni con due donne della sua età. In conclusione, aveva completamente sbagliato nelle sue previsioni. Ora deve ammettere di andare abbastanza d’accordo con Kōko e Matsuko, anche se non fila sempre tutto liscio.

Kokoya è diventato per lei qualcosa di più importante di un semplice lavoro.



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