Le Vie della seta by Stefano Berra

Le Vie della seta by Stefano Berra

autore:Stefano Berra [Stefano Berra]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-06-26T22:00:00+00:00


Kafiristan, la terra degli ultimi infedeli

Uno dei tanti rami delle Vie della seta diretti in India un tempo passava attraverso una remota regione chiamata Kafiristan, nel nord-ovest del Pakistan, più precisamente nella parte meridionale del distretto di Chitral. Queste terre – composte da tre valli che formano la Kalash Valley – sono tutt’oggi abitate da una popolazione decisamente singolare, i kalash o kafiri, meglio conosciuti come “gli ultimi pagani”. Tra questi uomini e queste donne alcuni presentano dei tratti somatici simili a quelli europei, con carnagione chiara e capelli castani, gli occhi verdi e azzurri, caratteristiche che non si riscontrano nelle altre tribù della zona (dove predominanti sono i capelli neri e gli occhi scuri).

I kafiri si dicono discendenti del grande condottiero macedone Alessandro Magno, che con il suo esercito passò nel IV secolo a.C. da queste regioni dell’Hindu Kush diretto in India, lasciando alcuni drappelli di soldati di guardia tra queste montagne. Costoro non andarono più via, mescolandosi con la popolazione locale e dando vita a una nuova etnia, per secoli dimenticata e isolata dal resto del Paese, dove spesso i kafiri venivano additati con disprezzo, a tal punto che il nome della loro regione, Kafiristan, può essere tradotto con “Terra degli infedeli” ( kafir è una persona che non accetta un principio, in questo caso colui che non accetta l’Islam come sua fede). D’altronde, in questa zona l’Islam era ed è la religione predominante, professata dal 97% degli abitanti (incluso un 70% di kafiri convertiti), mentre i kalash hanno adottato una religione sciamanica e politeista, mantenendo ancora oggi vivo il culto degli spiriti protettori delle vette, della natura, del fuoco, il tutto sotto la protezione degli spiriti degli antenati che vegliano su di loro. Pur credendo che alberi, pietre e fiumi abbiano un’anima, adorano anche una sorta di Dio creatore, Desau, circondato da altre figure che sono i suoi messaggeri.

Grazie al loro isolamento, ma anche alla loro determinazione, nel corso dei secoli i kalash sono riusciti a resistere alle continue invasioni (perfino gli eserciti di Tamerlano arrivarono qui) senza scomparire ma hanno però dovuto indietreggiare e ripiegare verso le valli nord-occidentali, dove vivono ancora oggi. Il pericolo più grande lo affrontarono a fine Ottocento, quando l’emiro dell’Afghanistan invase questi territori costringendoli a scegliere: morire o convertirsi all’Islam. L’emiro cambiò inoltre il nome della regione in Nuristan, che in arabo significa “paese della luce” (la parte occidentale di queste zone è diventata oggi, infatti, il Nuristan afghano). Nonostante l’avanzata dell’Islam, che non ha mai smesso di premere per entrare in queste isolate e remote regioni, le ultime valli kalash (Bumburet Rumbur e Birir), dove vivono ormai circa 4.100 persone, resistono ancora oggi cercando di mantenere la propria identità.

Non è così semplice recuperare informazioni sul loro conto, anche perché la loro fortuna è stata proprio quella di vivere in regioni remote che li hanno tenuti isolati rispetto al mondo esterno. Negli ultimi anni qualcosa però è cambiato e si è palesata una piccola nicchia di viaggiatori interessati a conoscere questa remota etnia dimenticata.



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