Le vie dell’Africa by Giuseppe Mistretta

Le vie dell’Africa by Giuseppe Mistretta

autore:Giuseppe Mistretta [Mistretta, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Infinito
pubblicato: 2020-12-14T23:00:00+00:00


Un grave effetto del riscaldamento globale è l’innalzamento del livello del mare, che negli ultimi venticinque anni è stato quantificato fra i dieci e i dodici centimetri sulle coste africane nordorientali, mentre le stime indicano ulteriori quaranta centimetri di aumento entro il 2100.

Tutti gli Stati costieri ne saranno colpiti, e con particolare gravità quelli insulari; tuttavia al momento i Paesi africani stanno facendo poco per fronteggiare il fenomeno, principalmente perché costruire dighe di contenimento comporta costi molto elevati per i bilanci pubblici.

Nel 2030, circa centoventi milioni di persone vivranno in aree costiere poco elevate, fra cui i residenti in megalopoli sul mare come Dakar, Algeri, Abidjan, Luanda, Accra, Lagos, Alessandria, Tunisi, Dar es Salam, Maputo.

Gli Stati insulari più esposti sono Mauritius, Madagascar, Seychelles e Réunion a est; Capo Verde e São Tomé e Príncipe a ovest.

Sia nei casi delle città sul mare, che delle grandi isole, le aree costiere sono caratterizzate da alta densità abitativa, con fiorenti attività turistiche, industrie, insediamenti agricoli, tutti fortemente minacciati dall’innalzamento delle acque.

Emblematica, in questo caso, la situazione di Alessandria d’Egitto, la storica capitale di Alessandro Magno, che la edificò nel 331 a.C.: secondo alcuni recenti rapporti del panel intergovernativo sul cambiamento del clima ( Intergovernmental Panel On Climate Change – Ipcc), la seconda città egiziana sarà una delle prime del continente a rischiare di trovarsi sommersa dal mare.

I terreni agricoli oggi coltivati sarebbero abbandonati a causa della salinità delle acque; le numerose industrie andrebbero necessariamente trasferite; e il sistema di canali che ha da sempre attraversato la metropoli sarebbe semplicemente distrutto.

Le acque del Nilo, che sfociano nel Mediterraneo poco distante, a causa della riduzione della portata idrica del fiume, non hanno già più la forza di contrastare in uscita l’energia marina in ingresso.

D’altronde, una catastrofica alluvione si verificò ad Alessandria nel 2015. In quella circostanza, alcuni abitanti dei villaggi di pescatori lungo la costa furono dislocati verso l’interno a cura del governo del Cairo, e questa situazione potrebbe ripetersi a causa dell’innalzamento del mare.

Negli ultimi tempi, il governo egiziano cerca di contrastare il fenomeno, che dal 2012 è stato misurato in 3,2 millimetri all’anno, con blocchi di cemento a difesa del perimetro marino della città, per un costo di circa centoventi milioni di dollari. Ma gli abitanti di Alessandria non la considerano una misura risolutiva, vista la forza delle onde.

Oggi, il 33 per cento dei novantasette milioni di egiziani vive sotto la soglia della povertà; saranno verosimilmente le componenti più povere della società a pagare il prezzo maggiore dell’innalzamento del livello del mare sulla costa egiziana, a meno di qualche mutamento radicale del trend climatico e dei suoi effetti sul Paese.



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