L'economia civile by Luigino Bruni Stefano Zamagni

L'economia civile by Luigino Bruni Stefano Zamagni

autore:Luigino, Bruni,Stefano, Zamagni [Bruni, Luigino Zamagni, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815323989
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


L’Economia civile, e più in generale la tradizione europea e italiana – sia economica sia politica –, ha sempre mantenuto, per la sua matrice culturale «cattolica», un approccio volontaristico (si pensi all’economia mista, ad esempio, e al grande peso dello Stato nell’economia), fino a tempi recenti, quando il pensiero unico di matrice naturalistica ha finito col divenire egemonico. Anche i comportamenti economici richiedono l’azione di contemperamento da parte della società, per assicurare la crescita di tutti e quindi del bene comune (e non solo dei più talentuosi o di quelli che partono avanti nella competizione). Le teorie del giusto prezzo, del salario, della moneta e dell’usura vanno comprese in questo orizzonte, così come espresse da Tommaso, Nicola d’Oresme, Bernardino da Siena, Botero, Antonino da Firenze, e molti altri, inclusi i francescani che una certa lettura «naturalistica» della storia dell’economia tende a mettere dal lato suo.

Non si tratta tanto, per le teorie medioevali, di non aver colto la natura del mercato come gioco a somma positiva (in certi autori c’è anche questo), né di non aver capito la natura incentivante degli interessi e dei profitti; qui è in gioco una visione della società e dell’uomo dove il bene non nasce dagli egoismi ma dalle virtù. Evidentemente anche l’Economia civile di Genovesi rientra nella tradizione volontarista: «Principe tra tutti – scrive Fanfani – l’italiano abate Antonio Genovesi, ch’ebbe la ventura di salire per primo nel 1754 una cattedra universitaria di economia a Napoli e che sistemò organicamente tutta la dottrina volontaristica moderna in forma evoluta nelle Lezioni di economia civile» (Il volontarismo, cit., p. 165). «La natura – aveva scritto lo stesso Genovesi nel proemio alla traduzione italiana del Cary – dà agli uomini gli istinti, ma il governo deve dare forma ed arte» (ibidem, p. 167).



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