Legami feroci by Vivian Gornick

Legami feroci by Vivian Gornick

autore:Vivian Gornick [Gornick, Vivian]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Contemporary Women, General
ISBN: 9788858774151
Google: Xw-hDQAAQBAJ
editore: Giunti
pubblicato: 2016-11-26T23:00:00+00:00


La mamma e Nettie litigarono, e io entrai al City College. Nella mia memoria emotiva questi due eventi pesano uguale. Entrambi inaugurarono un conflitto aperto, entrambi crearono in me una disconnessione tra me e il mio subconscio, entrambi vennero vissuti come atti nella loro essenza sovversivi e belligeranti. Di certo il conflitto tra Nettie e mia madre aveva l’aria di una strategia di accerchiamento e conquista. Incoerente com’è la guerra, crivellata di rabbia e inganni, con i suoi obiettivi in apparenza confusi e sempre negati, non perse mai di vista il nemico: il cuore intelligente della ragazza che doveva per forza stringere un vincolo con una delle due, oppure sarebbe stata perduta per entrambe. Allo stesso modo anche il City College sembrava preparare un assedio, se non a un cuore intelligente, a una mente ignorante. Benevolo nelle intenzioni, mero passaporto per la terra promessa, il College costituiva in realtà, com’è ovvio, il vero invasore. Infieriva sulle emozioni con più violenza di quanta sia la mamma che Nettie avrebbero mai concepito, mi separava da tutte e due, generava e nutriva dentro la testa una vita non condivisa che si trasformava in tradimento. Vivevo tra i miei simili, ma non ero più una di loro.

Credo che questo valesse per tutti, al City College. Prendevamo sempre la metropolitana, nelle pause delle lezioni percorrevamo strade familiari, ogni sera tornavamo ognuno nel proprio quartiere, parlavamo con gli amici delle superiori, ci coricavamo nei nostri letti. Ma in segreto avevamo iniziato a vivere in un mondo dentro le nostre teste in cui leggevamo parlavamo pensavamo in una maniera che ci allontanava dai nostri genitori, dalla vita di casa e da quella della strada. Eravamo stati iniziati, avevamo appreso la differenza tra pensiero muto e pensiero espresso. E questo faceva di noi dei sovversivi all’interno delle nostre stesse mura.

Come migliaia prima di me hanno detto, “Per noi era il City College o niente”. Apprezzavo la solidarietà che quelle parole evocavano, ma rifiutavo la deprivazione che sottintendevano. Al City College rimanevo a chiacchierare nella mensa del seminterrato fino alle dieci, alle undici di sera con un manipolo di altri che come me non aveva mai voglia di tornare a casa, nel Brooklyn o nel Bronx, e lì alla mensa la mia educazione mise radici. Lì imparai che Faulkner era l’America, Dickens la politica, Marx il sesso, Jane Austen l’idea di cultura, che io venivo da un ghetto e che D.H. Lawrence era un visionario. Lì venne tenuto a battesimo il mio amore per la letteratura, e lì sbocciò lo stupore per la vita della mente. Scoprii che le idee trasformano le persone, e che la conversazione intellettuale è altamente erotica.

Non smettevamo mai di parlare. Forse era anche perché facevamo così poco altro (limitati dalla paura del sesso e dal portafoglio proletario, non andavamo a teatro né facevamo l’amore), ma di certo parlavamo tanto perché dall’età di sei anni avevamo passato la vita a leggere in un silenzio sottovuoto, e il City College era la nostra grande liberazione. Non



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