Lei non sa chi eravamo noi by Adriano Panatta Paolo Villaggio

Lei non sa chi eravamo noi by Adriano Panatta Paolo Villaggio

autore:Adriano Panatta, Paolo Villaggio [Panatta, Adriano & Villaggio, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788852055676
Google: 3WmWBAAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2014-09-29T22:00:00+00:00


«Non siamo venuti qui per villeggiare»

Qualche giorno di assestamento, di tranquillità, di ménage matrimoniale tripartito. Un po’ di mare, un po’ di sole, la sera, non sempre ma spesso, Ugo si produce in discutibili manicaretti, gli stessi che l’hanno reso celebre come cuoco di tanto cuore e dubbio palato. Qualcuno ricorda che s’ostinava a fare degli scampi imperiali al barbecue e flambé (sia al barbecue sia flambé: un eccesso di fiamma che rendeva il succulento animale indistinguibile dalla carbonella). Poi un giorno Ugo si sveglia, smanioso, non trova pace. Tormenta Adriano perché «non siamo venuti qui per villeggiare».

«Ah no?» dice Villaggio.

«Ti segnalo, Paolo, che il tuo girovita è cresciuto di 12 centimetri da quando siamo partiti.»

«Io non parlerei se fossi in te» dice Franca.

«Insisto: non siamo venuti qui per villeggiare… diteglielo al campione.»

Il campione, che fino ad allora era riuscito a schivare i ripetuti attacchi di rovescio della lunga lingua di Ugo, è alle corde. Del resto ha alle spalle una stagione piena di tornei, ha la moglie sdraiata sul lettino a bordo piscina, ha un long drink in mano, vede un tramonto speciale, si sente in pace col mondo, perché dovrebbe accettare l’idea di fare un doppio con i suoi amici, tennisti della domenica?

«Siamo venuti per giocare» insiste Ugo.

«Ma siamo in tre» constata freddamente Adriano, «e per fare un doppio, tu m’insegni, bisogna essere in quattro.»

Fatale come poche cose arriva un suono di doppio clacson.

«Così suona solo lui» dice Paolo.

«Temo che tu abbia ragione» conferma Panatta.

«Se è Nicola, è la provvidenza che ci porta il quarto.»

Inseparabile dai suoi occhiali da sole, le gambe come due tronchi di quercia, fa il suo ingresso trionfale a Villa Hahn Nicola Pietrangeli. Inatteso in quel momento ma anche lui frequentatore assiduo della costa nord, siede spesso in compagnia dell’allegra brigata. Ugo lo assedia letteralmente. Con artata ospitalità gli toglie la giacca sportiva, lo fa accomodare su una sedia da regista, di quelle di legno e tela, gli offre subito un martini dry.

«A cosa devo tanta gentilezza?»

«Te lo dico io Nicò» fa Adriano.

«Non siamo venuti qui per villeggiare» interviene con tono lievemente psicopatico Tognazzi.

«Ah no?»

«Ho prenotato per domani alle sedici al Country» dice Paolo.

«Alle quattro?» dice preoccupato Adriano. «Ma ce volete fa’ morì de caldo?»

«Facciamo alle diciannove, almeno» suggerisce col suo sorriso sornione Nicola.

«Il problema» fa Paolo col piglio precisino di Filini «è che il campo è libero solo a quell’ora, perché dopo c’è un torneo di under 16.»

«Be’, allora, spazio ai giovani» dice sollevato Adriano.

«Adesso mi vuoi dire, Paolo, che al Country non trovano un campo per Panatta e Pietrangeli?»

«E Tognazzi!»

«E Villaggio!»

«Non fate i gradassi: se c’è il torneo… tanto dura poco, qualche giorno. Così ci possiamo preparare psicologicamente.»

«Ok, accetto» dice fremente Ugo. «Vi do tre giorni: io ora vado in ritiro.»

E di fatto rientra in casa, stizzito, concentrato e provocatorio come chi getta il guanto della sfida (senza neanche sapere con chi farà coppia e contro chi giocherà). Nicola lo guarda interrogativo, poi cerca conforto in Adriano che allarga le braccia. Non



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