L'enigma di Einstein by José Rodrigues Dos Santos

autore:José Rodrigues Dos Santos [Santos, José Rodrigues Dos]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Historical
ISBN: 9788822705396
Google: KBgVDgAAQBAJ
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2017-04-26T22:00:00+00:00

Capitolo xxvi

Gli studenti si avviarono tutti insieme verso l’uscita dell’aula magna, rimanendo schiacciati in un unico flusso compresso dallo stretto passaggio. Tomás si mise in un angolo in fondo all’auditorio e aspettò, come una vigile sentinella, che il tumulto scemasse. Luís Rocha raccolse i suoi appunti, rispondendo alle domande di tre allievi, un processo che si protrasse per alcuni minuti, al punto che il professore di astrofisica imboccò l’uscita ancora con uno studente al suo fianco. Tomás lo seguì e, anche quando l’ultimo allievo se ne fu andato, affrettò il passo per intercettare il collega universitario.

«Professore?».

Luís Rocha voltò la testa verso di lui. Dall’espressione lo storico dedusse che lo aveva confuso per l’ennesimo suo studente.

«Sì?».

Tomás allungò la mano.

«Buongiorno. Sono Tomás Noronha, professore di storia alla Nuova Università di Lisbona e figlio del professore Manuel Noronha, che tiene lezioni di matematica qui a Coimbra».

Luís Rocha inarcò le sopracciglia, riconoscendo il nome.

«Ah! Il professor Manuel Noronha! Lo conosco molto bene, molto bene». Gli strinse la mano. «Come sta suo padre?»

«Poco bene, sfortunatamente. Ha un grave problema di salute. Vediamo se riuscirà a tirarsene fuori».

Il professore di astrofisica scosse la testa avanti e indietro, sentendosi in imbarazzo.

«È proprio una brutta cosa», commentò. «Pare che qualcuno abbia fatto il malocchio all’Università di Coimbra. Se n’è accorto? Prima la scomparsa del professor Siza, con il quale lavoravo, e subito dopo la notizia che suo padre non avrebbe più potuto tenere le sue lezioni a causa della… emm… della malattia… che ha». Fece un gesto d’impotenza con le mani. «È assurdo! L’università ha perso, quasi di colpo, due dei suoi migliori cervelli! Questo è… non so come definirlo, è… è un disastro».

«Sì, lo è davvero. Insomma… è un problema».

«Un disastro», ribadì Luís.

Uscirono per strada e il professore di astrofisica parve guardarsi attorno disorientato. Diede un mezzo giro e analizzò il grande edificio rettangolare dal quale erano appena emersi, il dipartimento di fisica. Pareva un ospedale, senonché aveva delle enormi statue di pietra agli angoli e sulla parete esterna un gigantesco ritratto di Einstein in bicicletta.

«Mi scusi», balbettò il fisico, «mi sono distratto».

Rientrarono nell’edificio e salirono delle scale in direzione del piano dove si trovavano gli uffici dei professori. Camminando al fianco di Luís Rocha, Tomás si sforzò di dare soddisfazione al suo interlocutore in merito alla serie di disgrazie che si erano abbattute sull’Università di Coimbra. I due, poi, disquisirono sulle grandi capacità d’insegnamento del padre dello storico.

Quando raggiunsero l’ufficio disordinato del fisico, Tomás approfittò di una pausa nella conversazione per andare dritto al punto.

«Senta, professore, sono qui per un assunto delicato».

«Riguarda suo padre?»

«No, no». Indicò il suo interlocutore. «Riguarda il suo mentore».

Luís Rocha lo guardò sorpreso.

«Il mio mentore?»

«Sì, il professor Siza».

«È stato più di un mentore per me… mi ha fatto da secondo padre». Gli si spezzò quasi la voce e abbassò gli occhi. «Non riesco ancora a credere che sia scomparso, così da un giorno all’altro».

«Sono appunto venuto a parlarle della sua scomparsa».

«Che cosa vuole sapere?»

«Qualsiasi cosa che possa aiutarmi a localizzarlo».

Il fisico lo fissò con curiosità.

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