Leonardo. Il disegno (Italian Edition) by Carlo Pedretti
autore:Carlo Pedretti [Pedretti, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2015-06-16T22:00:00+00:00
RAFFAELLO IMPARA DA LEONARDO
Nel 1500 il diciassettenne Raffaello disegna come gli hanno insegnato il padre pittore e i suoi maestri; è così che gli studi per la Pala Tolentino — punta metallica su carta con preparazione rosata -conservano il sapore arcaico del disegno che insiste sulla continuità della linea di contorno - i “lineamenti” dell’Alberti e degli altri teorici fiorentini del Quattrocento - mentre il senso della forma è conseguito mediante zone d’ombra modulate da un fitto tratteggio diagonale a linee parallele impiegato anche per campire le figure al fine di staccarle dallo sfondo.
Come tanti pittori della generazione precedente, e anche suoi contemporanei, il giovane Raffaello usa la penna occasionalmente per rinforzare i particolari, ma presto si sente in grado di usarla da sola, sul bianco della carta, a colpi decisi e sferzanti, e con l’irruente facilità che sola consente di assecondare l’incalzare delle idee.
Questo soprattutto a Firenze, dove il ventunenne pittore -nel 1504 - viene a contatto diretto con i grandi maestri del momento, Leonardo e Michelangelo.
È vero che le generalizzazioni sono sempre pericolose, ma si può dire che a livello di disegno il salto dalla Pala Tolentino alle Madonne fiorentine - cinque anni - equivale a quello di una generazione. E con la Madonna Belvedere il salto è ancora più ampio. Uno dei disegni preliminari, che pone l’accento sull’impostazione della forma, è eseguito a pennello, usato a tracciar segni più che a macchiare. Di qui si arriva a quei singolari studi per la Disputa in cui il segno scompare e dominano la luce e l’ombra, come a ricercare l’effetto della folgorazione in una visione celeste. Non sorprende che dubbi sull’autenticità di questi disegni ancora sussistano dopo il rifiuto del Morelli. I disegni eseguiti più tardi, per la stanza di Eliodoro, che ricordano addirittura i disegni a macchia del Poussin di un secolo dopo, sono ancora oggi considerati copie, benché mostrino la prima idea di Raffaello per lo sfondo architettonico.
È molto probabile che l’idea di disegnare col pennello venisse a Raffaello dall’incompiuta Adorazione dei magi di Leonardo, che il Popham, non a caso, pone nella categoria dei disegni. Del resto è ormai luogo comune riconoscere echi dell’Adorazione negli studi e nei cartoni per la Disputa e la Scuola d’Atene, e Vasari descrive con efficacia come Raffaello si accosti per la prima volta a Leonardo - e c’è da credere proprio all’Adorazione dei magi, allora in casa Benci - restandone fortemente colpito.
Un disegno inedito conservato al Louvre, relegato fra i “d’après” leonardeschi, è un prezioso esempio di come al tempo di Leonardo si guardi all’Adorazione dei magi e di come la si prenda a modello di studio, così come le generazioni precedenti, Leonardo compreso, andavano a studiare Masaccio alla cappella Brancacci nella chiesa fiorentina del Carmine. E poiché la pittura di Leonardo è ancora disegno, chi copia su carta è logico che disegni col pennello.
Il disegno ritrovato potrebbe anche essere un’opera del giovane Raffaello, eseguito subito dopo il suo arrivo a Firenze, nel 1504, ma è in ogni caso un
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