L'incredibile storia della neve e della sua scomparsa by Alberto Grandi

L'incredibile storia della neve e della sua scomparsa by Alberto Grandi

autore:Alberto Grandi
La lingua: ita
Format: epub
editore: Aboca
pubblicato: 2022-06-04T00:00:00+00:00


Il ghiaccio come terapia

Fino ad ora abbiamo parlato di neve e ghiaccio riferendoci ai loro usi legati alla conservazione alimentare, oppure come rinfrescanti per le bevande o ancora per la preparazione di gelati, sorbetti e granite. Ma tra i grandi consumatori di ghiaccio, almeno a partire dal XVIII secolo, c’erano anche gli ospedali, perché le virtù terapeutiche del freddo per la cura di determinate patologie erano note da sempre, ma i costi elevati ne rendevano molto rara la sua applicazione. Così, quando i prezzi cominciarono a calare, grazie all’incremento dell’offerta, anche la domanda potenziale rappresentata dai vari centri di cura cominciò a diventare effettiva e sempre più spesso queste istituzioni, pubbliche e private, si dotarono di ghiacciaie al proprio interno, che venivano regolarmente riempite per avere sempre a disposizione la propria riserva di questo importante presidio medico.

Già Ippocrate e Galeno, che pure come abbiamo visto non amavano il ghiaccio e la neve come alimenti, erano perfettamente a conoscenza dell’utilità del freddo per la cura degli stati febbrili o anche come anestetico locale.157 Lo stesso vale per la scuola Salernitana, la cui regola sanitaria, redatta tra il XII e il XIII secolo, raccomandava l’uso di impacchi di neve per curare reumatismi e dolori vari alle articolazioni.158 Ma fino a quando la neve e il ghiaccio rimanevano dei prodotti di lusso, difficili e costosi da procurarsi e da conservare, è chiaro che queste terapie erano riservate ai pochissimi privilegiati che se le potevano permettere.

Fu solo con la prima espansione del mercato della neve, tra il XVII e il XVIII secolo, che anche gli usi terapeutici poterono trovare una più ampia applicazione. E non a caso i primi medici a utilizzare la neve in maniera sistematica si trovano soprattutto in Spagna e nel sud Italia, dove il bere freddo si diffuse prima che dalle altre parti. Uno dei più noti tra questi medici fu il napoletano Leonardo Santoro (1764-1853) che per primo sperimentò il freddo come cura per gli aneurismi, per poi estenderne l’uso anche al trattamento di tutti i tipi di traumi, in particolare quelli a danno della testa come le commozioni cerebrali. Alle ricerche sulla terapia del freddo di Santoro è legato anche un misterioso episodio che riguarda Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone I, moglie di Gioacchino Murat e in quanto tale regina di Napoli dal 1808 al 1815. Santoro, che dal 1812 deteneva la cattedra di chirurgia teoretica all’Università del capoluogo campano, venne chiamato proprio in quell’anno al capezzale della regina, la quale da tempo soffriva di una malattia estremamente dolorosa e invalidante e che i medici fatti arrivare appositamente da Parigi avevano dichiarato assolutamente incurabile. I documenti non forniscono dettagli sui sintomi e sulla natura del male, ma ci dicono che Santoro, attraverso l’applicazione sistematica della neve, riuscì a guarire l’illustre paziente, conquistandosi così una discreta notorietà internazionale e dimostrando l’importanza del freddo dal punto di vista medico.159

L’opera di Santoro, unita a quella di tanti medici e chirurghi in tutto il mondo, creò le condizioni affinché la disponibilità di ghiaccio e neve diventasse indispensabile nei più importanti luoghi di cura.



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