L'India nell'era persiana by Richard M. Eaton

L'India nell'era persiana by Richard M. Eaton

autore:Richard M. Eaton
La lingua: eng
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 2023-05-15T00:00:00+00:00


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L’India sotto Jahangir e Shah Jahan

1605-1658

JAHANGIR

Dei suoi tre figli Akbar destinò a succedergli il primogenito, Salim. E tuttavia Salim, perfino mentre veniva allevato per il trono, si sentiva escluso da quella che riteneva la sua giusta parte di autorità reale. Era geloso in particolare dell’attenzione che il padre riservava al suo primo consigliere e amico, Abu’l-fazl, e già negli anni novanta del sedicesimo secolo aveva cominciato a mostrare segni di impazienza davanti alla prospettiva del potere sovrano, ad attaccare briga con i fratelli minori e a partecipare a eccessi e follie che Abu’l-fazl portava all’attenzione di Akbar. Bastava questo a creare tensioni tra padre e figlio, e allo stesso tempo a intensificare l’ostilità del principe verso Abu’l-fazl. I nodi vennero al pettine nel 1599, quando, mentre suo padre era impegnato in una campagna militare nel Deccan, Salim raccolse dei sostenitori e sferrò un veemente attacco contro Agra, dove era custodito il tesoro imperiale. Quando la madre di Akbar lo rimproverò per la sua ribellione, il principe Salim, vergognoso e incapace di sfidare l’amata nonna, tornò precipitosamente alla sua base di Allahabad. Nel 1601, al ritorno di Akbar ad Agra, egli marciò di nuovo sulla capitale, con il pretesto di porgere i suoi rispetti al padre. Ma poi si allontanò, spaventato alla prospettiva di doversi veramente confrontare con lui. Eppure al suo ritorno ad Allahabad seguì le esortazioni dei suoi consiglieri e costituì una sua propria corte giungendo anche ad assumere titoli imperiali.

Un’altra crisi si verificò quando Akbar richiamò Abu’l-fazl dalla campagna che stava conducendo nel Deccan. Per timore che il potente ministro potesse consigliare al padre di prendere dei severi provvedimenti nei suoi confronti, e forse anche di impedirgli la successione, Salim prese la drastica decisione di far assassinare Abu’l-fazl. Nell’agosto del 1602, mentre marciava verso nord, il devoto amico di Akbar fu ucciso da Bir Singh Bundela, un capo Rajput dell’Orchha, il quale si trovava allora in aperta ribellione contro i Moghul. Un Akbar profondamente addolorato mandò allora ad Allahabad un’altra prestigiosa donna Moghul, la matrigna di Salim, la sultana Salima Begum, per convincere il figlio a ritornare a corte. Il principe cedette di nuovo a questa diplomazia morbida e nell’aprile del 1603 l’imperatore e quello che sembrava essere il suo erede si riconciliarono pieni di emozione.

Ma la riconciliazione fu di breve durata. I deboli tentativi dell’imperatore di tenere a freno il figlio ribelle non fecero altro che peggiorare il rapporto tra i due uomini. In primo luogo, egli concesse al fratello minore di Salim, Daniyal, l’onore di usare durante le campagne militari la tenda rossa che normalmente era riservata solo al sovrano. Ancora peggio, tentò di temperare gli eccessi del figlio mettendo l’uno contro l’altro Salim e suo figlio Khusrau, promosso a un rango elevato. Questo era iniziato già nel 1594, quando Khusrau aveva solo sette anni. L’imperatore insisteva anche per tenere il nipote sotto la sua tutela personale invece di lasciarlo nella casa di Salim. Questi provvedimenti riuscirono solo a rendere il principe più frustrato e ribelle.



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