Locus Solus by Raymond Roussel

Locus Solus by Raymond Roussel

autore:Raymond Roussel [Roussel, Raymond]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Grenelle
pubblicato: 2017-12-15T00:00:00+00:00


Continuammo, nella direzione ordinaria, a costeggiare il muro trasparente, dietro il quale appariva ormai solo uno spazio libero che sembrava in attesa di nuovi personaggi.

Giunto all’estremità dell’immensa gabbia Canterel girò una prima volta a sinistra – poi una seconda, dopo aver seguito da un capo all’altro la parete di vetro, lunga una decina di metri, che formava in quel punto un angolo retto con ognuno dei due muri principali; adesso camminavamo lentamente dietro il maestro, in direzione della spianata, contro uno dei due muri di vetro che era, per noi, ancora nuovo.

Fermatosi dopo poco, Canterel, con il dito teso verso l’interno della gabbia, ci indicò, in piedi a tre passi dalla vetrata che ci impediva di raggiungerla e dotata di varie manopole, un’ importante massa cilindrica di metallo scuro, che poteva misurare due piedi di diametro per cinque di altezza. Il maestro ci spiegò che si trattava di un apparecchio elettrico di sua fabbricazione, la cui missione era quella di irradiare, non appena in funzione, un freddo di grande intensità. Altri sei apparecchi, identici a quest’ultimo, costituivano insieme a quello, per tutta la lunghezza internamente disponibile e secondo una perfetta simmetria, una fila parallela al nuovo muro fragile, il cui centro era contrassegnato da una vasta porta a vetri a due battenti, ora chiusa, che esibiva una struttura in tutto conforme a quella del resto della gabbia.

Dopo averci rivelato che la riunione dei sette grandi apparecchi cilindrici bastava a stabilire nella gabbia intera una bassa temperatura costante, Canterel tornò un momento sui suoi passi – poi, lasciatosi alle spalle l’angolo trasparente intorno al quale avevamo girato da ultimo, riprese, con tutto il nostro gruppo, a seguire il viale di sabbia gialla che, rigorosamente rettilineo fino a un gomito ottuso relativamente distante, faceva obliquare con regolarità, nel punto da noi calcato, i due bordi l’uno verso l’altro in modo da ritrovare la sua larghezza normale.

Mentre ci allontanavamo un po’ di più a ogni passo dalla gigantesca gabbia di vetro e dalla spianata, il maestro con le sue parole ci illuminava la mente su tutto quel che i nostri occhi e le nostre orecchie avevano appena percepito.



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