Majakovskij by Bengt Jangfeldt

Majakovskij by Bengt Jangfeldt

autore:Bengt Jangfeldt [Jangfeldt, Bengt]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


Letteratura e rivoluzione

Il giorno dopo il ritorno a Mosca, il 28 dicembre 1924, Majakovskij prese parte a un incontro sulla realizzazione del padiglione sovietico all’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne che doveva aver luogo a Parigi nel corso della primavera successiva. Il comitato comprendeva, tra gli altri, anche Aleksandr Rodčenko e l’architetto Konstantin Mel’nikov, autore del progetto del padiglione. Majakovskij era responsabile del materiale pubblicitario per l’esposizione. Nel gennaio 1925 fu deciso che l’Urss dovesse essere rappresentata da diciassette manifesti originali dedicati ai vari rami dell’industria, e tra di essi erano compresi anche alcuni manifesti di Majakovskij.

Il 12 gennaio Majakovskij ritirò un nuovo passaporto per l’estero, il che può stare a significare che stesse pensando di tornare presto a Parigi, forse persino prima dell’apertura ufficiale dell’Esposizione alla fine di aprile. Ma, a differenza di Rodčenko, che era già andato a Parigi in marzo, Majakovskij partí alla fine di maggio. Le cause furono molteplici: in primo luogo, il padiglione sovietico non fu pronto prima dell’inizio di giugno; in secondo luogo la situazione politico-culturale esigeva la sua presenza a Mosca.

Nell’inverno del 1925 nei circoli culturali era noto che il Partito comunista stava preparando un documento nel quale avrebbe esposto la propria opinione relativa agli sviluppi correnti in letteratura. In considerazione di ciò gli scrittori del Lef sentirono il bisogno di chiarire la loro posizione con riferimento tanto all’organizzazione quanto all’ideologia. Majakovskij e Brik avevano sempre parteggiato per una libera associazione di artisti dell’avanguardia uniti da una comune visione di come avrebbe dovuto essere la nuova arte: futuristi, costruttivisti, formalisti e altri pionieri delle nuove forme (come Boris Pasternak). L’idea originaria era che il Lef dovesse fungere da piattaforma non solo per l’avanguardia russa, ma per l’avanguardia internazionale in genere. Tra i potenziali collaboratori c’erano George Grosz, Tristan Tzara, Fernand Léger e due vecchi colleghi futuristi che adesso vivevano all’estero, Burljuk e Jakobson. Un predecessore, e modello, era la rivista Vešč’ – Object – Gegenstadt, della quale erano apparsi tre numeri a Berlino nel 1922 con Il’ja Erenburg ed El’ Lisickij come redattori e Majakovskij come uno dei collaboratori. Anche se alcuni numeri del Lef contenevano contributi dall’estero, la rivista non era mai diventata un organo internazionale.



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