Manuale ragionato per la coltivazione dell'orto by Stefano Montello

Manuale ragionato per la coltivazione dell'orto by Stefano Montello

autore:Stefano Montello [Montello, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Forum
pubblicato: 2014-12-14T23:00:00+00:00


CETRIOLO

(Cucumis sativum)

Un bel giorno, il direttore della cooperativa ortofrutticola cui faccio riferimento per la vendita di alcuni prodotti, guardando la mia consegna di alcune cassette di cetrioli, mi disse: «Stefano, questi cetrioli non vanno bene». Gli chiesi il perché e lui mi rispose: «Sono storti». Gli feci notare che da quasi trent’anni vendevo al dettaglio dei cetrioli che potevano dirsi ‘storti’. Non tutti, poiché convengo anch’io che un cetriolo dritto ha un certo fascino tutto suo rispetto a un cetriolo arcuato. Ma, nel caso specifico, non ritenevo la curvatura dei miei cetrioli così eccessiva da renderli sgradevoli alla vista. E dunque non appetibili. Ritenendo inutile contestare l’opinione del direttore, mi avviai a selezionare i cetrioli nelle cassette, tenendo da parte quelli dritti e scartando quelli ‘storti’, quando il direttore mi rivelò un grande segreto: «Sai, se sono storti, non riusciamo a venderli: la gente non li vuole». Fu un’epifania, una rivelazione abbagliante, la sintesi filosofica e la sostanza politica di questo nostro tempo. Mi passarono davanti agli occhi tutti i giorni in cui, chino o inginocchiato come davanti a una visione sacra, avevo curato e accudito, legato a uno spago, a una rete e orientato la punta con delicatezza di tutti i cetrioli che avevo coltivato fin lì. Sentii come un’offesa a me stesso – e a tutti gli ortolani che del loro mestiere hanno una considerazione quasi disperata, che sconfina nella devozione – quella menzogna che il direttore recitava a memoria, mentendo sopratutto a sé stesso: «Eh, no», sbottai «non è vero che la ‘gente’ non li vuole, io li vendo da sempre. È il ‘mercato’ che non li accetta. Ed è una cosa diversa!». La conversazione finì lì. Né io né il direttore ritenemmo utile e importante continuare. Ne conosco un sacco di cetrioli ‘storti’. Devo convenire che visti così, gettati alla rinfusa dentro una cassetta, senza ordine e disciplina, sono davvero improponibili. Capisco pure che ‘il mercato’ li disprezzi. Il mercato ama i pezzi convenzionali, tutti di un’unica scelta, calibrati all’origine. Non sorprendono, non spaventano, sono così tutti uguali che sembra facciano un tutt’uno con la cassetta che li contiene. Quasi ti dispiace di toglierne un paio da lì, tanto sono belli, ti porteresti a casa la cassetta intera, pur di salvaguardarne l’ordine, pur di non sentirti in colpa. È quello che il mercato vuole. Invece una cassetta di cetrioli ‘storti’ non te la porteresti mai a casa. Potrebbero ribellarsi, darti addosso, sconfortarti il pranzo o la cena, farti fare pessima figura con gli ospiti.

Il ‘cetriolo storto’ è un tipo border-line, un po’ dentro un po’ fuori, uno che ha il cuore al centro e la testa sul confine, o viceversa, che è lo stesso – uno forse bislacco e forse elegante. È una categoria di umano che si sta affacciando al mondo con cromosomi inediti. Presuppone inquietudine. Non è né giusto né sbagliato, né saggio né folle, né di destra né di sinistra, né buono né cattivo.

Che sono tutte categorie scialbe e superate, impossibili a comprendere il mondo che verrà.



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