Marx eretico by Carlo Galli

Marx eretico by Carlo Galli

autore:Carlo, Galli [Galli, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Politica, Voci
ISBN: 9788815350237
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


È, questa, una mobilitazione totale, un movimento senza misura e senza limiti, tranne quelli che gli sono interni, del lavoro estraniato, che viene trasformato in capitale. Il capitale è, nelle parole di Marx, un «mostro animato»[8], un immane processo di autovalorizzazione che come un vampiro si nutre di vita – di forza-lavoro, il fattore soggettivo del processo lavorativo – per accrescere il proprio valore complessivo. Nulla di spettrale, quindi; l’astrazione non è un livellamento delle differenze, né una rarefazione della sostanza, ma è dominio sul lavoro: è quindi ben reale, è una società intera nella sua contraddittoria concretezza.

È, questa, un’economia strutturalmente in crisi, oscillante fra cicli espansivi e cicli regressivi che nascono dall’interno stesso delle fasi espansive: nel momento più alto di queste, infatti, si formano spinte ad aumentare eccessivamente la capacità produttiva e si generano anche lotte salariali a volte vittoriose che erodono gli alti profitti della fase iniziale del ciclo espansivo; all’inizio del calo del tasso di profitto le imprese reagiscono tagliando i prezzi pur di vendere la produzione in eccesso, e poi tagliando produzione, investimenti, occupazione – ma l’uscita dalle crisi avviene di solito grazie a salti tecnologici, o shock esogeni come le guerre. La crisi è endogena al capitalismo: è sempre «crisi di sovrapproduzione di capitale». Ma non necessariamente è sinonimo di «crollo» del capitalismo: è anzi la vita di un’economia scandita su ritmi e logiche disumani, che sviluppa il lavoro umano in senso necessariamente antiumano.

Lo schema M-D-M è soprattutto uno strumento analitico per comprendere il suo opposto, la smisuratezza del capitalismo; di cui Marx vuole portare alla luce, e togliere, le contraddizioni. È la contraddizione a dominare la scena del Capitale. Le tre caratteristiche fondamentali della produzione capitalistica sono infatti che «la concentrazione in poche mani dei mezzi di produzione, che cessano perciò di apparire come proprietà dei lavoratori diretti e si trasformano in potenze sociali», si realizza «in un primo tempo nella forma della proprietà privata dei capitalisti», mentre di seguito il massimo dell’individualismo si rovescia in un sistema impersonale, che al limite non ha bisogno dei singoli proprietari privati. Che, inoltre, l’organizzazione sociale del lavoro è fatta tanto di cooperazione quanto di divisione del lavoro quanto ancora di uno stretto rapporto fra scienza economia e società, e ciò ancora una volta fa sì che «il modo capitalistico di produzione sopprima, sia pure in forme contrastanti, la proprietà individuale e il lavoro privato». E, infine, che si crea un «mercato mondiale», il che genera contraddizione rispetto alla forma Stato all’interno della quale (e nelle colonie di pertinenza) il capitale si è generato[9].

Il capitale mette quindi in moto processi ambivalenti e, nel presente, contraddittori, razionali quanto al metodo ma irrazionali in sé e anche quanto alla consapevolezza che ne hanno gli stessi capitalisti.

Contraddittorio è, in primo luogo, il moderno rapporto capitalistico fra economia e politica: «il vero limite della produzione capitalistica è il capitale stesso»[10], in quanto vive solo della propria autovalorizzazione, ovvero in quanto la sua è una «produzione solo per il capitale» e non per il «processo vitale della società dei produttori».



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