Maurensig Paolo - 1996 - Canone inverso by Maurensig Paolo

Maurensig Paolo - 1996 - Canone inverso by Maurensig Paolo

autore:Maurensig Paolo
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788804595205
editore: Mondadori
pubblicato: 1996-01-01T23:00:00+00:00


Quell'anno, per la prima volta, lasciavo il collegio senza avere un luogo dove andare. La libertà mi dava le vertigini. Il solo pensiero di dover tornare in autunno tra le mura di quel carcere mi faceva sentir male, ma nello stesso tempo sentivo che quello era il mio unico rifugio. Fuori c'era il mondo, che la solitudine rendeva ancora più vasto, e la libertà ancora più deserto.

A Vienna, al piano ammezzato di un edificio di mattoni sulla Wienzeile c'erano gli uffici e i magazzini della nuova filiale della ditta fondata dal mio patrigno. Il suo pâté stava conquistando il mercato austriaco e tedesco, e l'obesa famiglia della pubblicità sorrideva felice su tutti i muri della città con lo slogan SCHMECKT GUT?.

Il direttore della filiale, il signor Peter Grenze, era stato incaricato dal mio patrigno di versarmi la somma di denaro necessaria al mio sostentamento, e di aiutarmi in caso di bisogno. Fu lui che mi diede alcuni indirizzi di affittacamere o di pensioni economiche per studenti. Poi, vedendomi indeciso, mi propose una comoda soffitta di sua proprietà, nella Schülerstrasse, dove avrei potuto suonare anche di notte senza disturbare nessuno, e mi sarei trovato anche, aggiunse, a pochi passi dalla casa in cui aveva abitato Mozart. Naturalmente accettai la sua proposta. Trovai così un rifugio. Il mio abbaino sporgeva su un cortile in cui lavorava uno scalpellino. Sul terreno erano disseminati lastroni di marmo e angeli di pietra. E dalle finestre di sotto mi giungevano a volte, verso sera, le note di un pianoforte e la voce appassionata di un baritono.

Per quattro ore al giorno mi esercitavo al violino poi uscivo e camminavo a lungo, arrivavo fino alla sponda del Danubio e mi stendevo sull'erba, al sole, a guardare le chiatte che scendevano e risalivano la corrente. Mangiavo nelle pasticcerie o mi fermavo a qualche chiosco. Vivevo la mia vita da bohémien, e a volte, seppure in solitudine, mi sentivo felice.

Naturalmente non avevo dimenticato Sophie Hirschbaum. In questi quattro anni passati al Collegium Musicum ne avevo seguito da lontano le vicende attraverso i giornali che circolavano clandestinamente. Sophie Hirschbaum era viennese e la stampa austriaca ne parlava spesso. Ordinando le notizie e le date, avevo avuto modo di farmi una mappa, seppure incompleta, dei suoi spostamenti in Europa. Dopo la drammatica avventura sul Balaton, Sophie aveva ripreso la sua attività concertistica con rinnovato impegno. Negli ultimi due anni però aveva rallentato un po'. Forse liberatasi da un contratto coercitivo, ora alternava l'attività concertistica a quella dello studio e dell'insegnamento. E si può immaginare la mia emozione quando lessi su un giornale che l'anno seguente avrebbe tenuto dei seminari a Vienna per un gruppo ristretto di giovani diplomati. Mi mancava giusto un anno per terminare gli studi. E intanto, pensavo, avrei potuto scriverle, e dirle il mio desiderio di incontrarla. Ero fuori di me al pensiero che il destino avesse potuto far convergere così bene i nostri percorsi, proprio come avevo previsto da sempre. Il giornale però non indicava né il luogo né la data di questi seminari.



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