McGlue by Ottessa Moshfegh

McGlue by Ottessa Moshfegh

autore:Ottessa Moshfegh [Moshfegh,Ottessa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2024-03-26T00:00:00+00:00


Howard Street

Prima di vestirmi in giacca e pantaloni, mi tagliano i capelli e mi danno una penna, inchiostro e carta per scrivere le mie confessioni per il giudice.

“Scrivi tutto quello che ricordi dall’inizio alla fine,” mi dice l’avvocato. La sua verbosità è diminuita man mano che lo mandavo a quel paese. “Sei un piccolo lupo silenzioso,” dice. Mi pare di avergli messo qualche pulce nel cervello, anche solo per la prossimità al mio. Sostiene che manovrare la penna sul foglio può aiutarmi a ravvivare la memoria, ma non posso dirgli che ne dubito. Quasi tutte le mattine apro il giornale e leggo di navi cargo, il prezzo delle spezie, la Cina, con il suo nuovo Cristo dai baffi neri. E cos’altro? Il presidente dice di non trattare gli esseri umani come muli. Quello mi piace. E mi piace vedere la data stampata. Alzo il giornale verso la finestra illuminata. Ecco il mondo, penso: notizie stampate contro il vetro. Il presidente lo dice qui, ho subìto un trattamento sbrigativo, sono stato accusato ingiustamente. Penso che lo farò vedere al mio avvocato. Il foglio bianco che mi ha dato si piega e vola sul tavolo spinto dagli spifferi. “Qualunque cosa ti ricordi” è difficile da trovare. Ricordo i tempi più felici di quando ero bambino, certo, ma non è quello che mi chiede. Il giornale fruscia e parla sotto le mie dita. Leggo ancora.

Che si possa sempre riguardare al passato con piacere. Che le esperienze di allora siano una guida per il futuro.

In verità è un miracolo che io possa leggere con la testa rotta così e la mente concentrata su quello che non ho da mandare giù in gola. Ma devo dire che la mia visione di un bicchiere è più dolorosa che benefica in questi giorni. Meglio non pensarci del tutto. Qualcosa si è alterato tra i collegamenti che ancora funzionano sulla superficie del mio cervello. Comincio ad aver sete di altro. Non riesco a spiegarlo. E ho la sensazione di non sapere nulla. Non ho mai imparato niente, né da bambino né da uomo. Mi sono sempre rifiutato di imparare.

A scuola non ascoltavo mai la maestra. Eravamo sempre più portati, soprattutto Dwelly e io, alle risse in cortile, a spingere a terra qualche vecchio in strada e a rubare piuttosto che a memorizzare le stupide tabelline della maestra. Non avevo la testa per quei calcoli. E poi cosa poteva farmi? Se era una delle giovani la prendevamo in giro e poi passavamo il pomeriggio sugli alberi a tirare sassi alla gente che passeggiava nel parco. Sassi piccoli, ciottoli scaldati in mano fino al momento giusto in cui passava qualche damerino. E c’erano delle regole, allora. I successi e i fallimenti avevano lo stesso peso. Se mancavamo il bersaglio dovevamo saltare giù dall’albero per prendere altri sassi e poi risalire, ma anche se lo centravamo bisognava scendere, e mettersi a correre. Io ero veloce e leggero e sfrecciavo nell’aria come una rondine. Invece Dwelly era grassoccio e lento e rimbalzava e io ridevo e lo prendevo in giro.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.