Memorie di un libraio by Cesarino Branduani

Memorie di un libraio by Cesarino Branduani

autore:Cesarino Branduani [Branduani, Cesarino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biografia
ISBN: 9788846101327
editore: Instar Libri
pubblicato: 2010-07-14T16:00:00+00:00


G. B. Brioschi libraio

di Ettore Janni (dal Corriere della Sera, 8 gennaio 1919)

È morto giovine, travolto anch’egli dal male dominante, dopo alcuni giorni di speranza e d’ansia vigilati dai vani sforzi di medici fraternamente assidui e dai vani voti di una numerosa schiera d’amici.

Giovanni Battista Brioschi, il libraio che nella sua bottega del numero ottanta in Galleria aveva saputo attrarre gran parte della vita intellettuale milanese e che di molti uomini di cultura e di studio noti nelle lettere, nelle scienze, nel giornalismo, nelle professioni liberali, si era fatti amici sicuri e costanti.

Era soltanto un commesso della casa editrice Baldini & Castoldi, ma questo commesso godeva la stima illimitata e la salda amicizia degli editori, questo commesso era per tutti i suoi clienti il libraio per eccellenza, quello di cui si va rapidamente perdendo il tipo, sopra tutto nelle grandi città.

Il numero ottanta della Galleria era un’istituzione milanese e si potrebbe aggiungere, senza molto esagerare, un’istituzione italiana, poiché non vi convenivano soltanto scrittori di Milano ma vi passavano, venendo a Milano, i più fra coloro che hanno nomi noti al pubblico d’Italia.

Da Gabriele d’Annunzio, raro ospite di pochi minuti, a Giovanni Bertacchi, legato al Brioschi da una amicizia fraterna; dal letterato celebre al novizio ancora occupato a rompere faticosamente il guscio del proprio destino letterario, Giovanni Battista Brioschi li conosceva tutti ed era in rapporti confidenziali con parecchi. Rispettoso senza untuosità, famigliare con una cordialità a cui si concedeva volentieri ogni libertà, viveva coi suoi ospiti assidui delle prime ore pomeridiane e coi suoi visitatori occasionali, prendeva parte alle loro discussioni, vi si appassionava, vi portava i suoi odi e i suoi amori letterari e politici con una schiettezza talvolta ruvida ma sempre simpatica per una nota di caratteristico umorismo meneghino, e per una bonaria facilità a sorridere de’ propri ardori e de’ propri giudizi. Quando si accendeva o s’infervorava poteva accadere a un modesto cliente affacciantesi dubitoso in quell’area densa di fumo e guizzante di paradossi, di sentirsi rispondere: «Esauritissimo!» anche se avesse chiesto, stavamo per dire, I Promessi Sposi.

Ma non soltanto i letterati e gli uomini noti della cultura o della politica erano la vita di quel luogo di ritrovo. I suoi amici appartenevano ad ogni condizione sociale e professionale, e gli uni si trovavano bene cogli altri e il libraio dal suo banco presiedeva sereno ed ameno, se non quando si alzava a tirare in disparte qualcuno per giovare a qualche altro. Poiché l’amico dei ricchi e dei potenti era un protettore generoso e discreto di poveri e di umili; e la profonda bontà del suo cuore finiva con l’essere la virtù predominante tra le sue schiette virtù di libraio.

Gli amici di Brioschi, del libraio e dell’uomo, non lo dimenticheranno. Essi vedono sparire con lui una parte delle loro abitudini, cioè della loro vita: la libreria dove si sosta, dove gli spiriti si incontrano dalle più diverse vie in un medesimo amore per il libro, estremo rifugio in un tempo in cui quasi dappertutto le librerie sono gelidi spacci di volumi, ove il compratore sente che deve affrettarsi a pagare ed a uscire.



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