Merlino. Il cerchio del futuro by Luisa Mattia

autore:Luisa Mattia
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: Giunti Junior
pubblicato: 2011-02-22T23:00:00+00:00

17

Maledirai il momento

Armorica

Costa settentrionale

465 d.C.

Un nodo nel petto. Gals percorreva irrequieto il breve perimetro della sua stanza. Interrogava la memoria e il fato, cercando spiegazione al responso della divinazione di Marith. La cera caduta nell’acqua aveva disegnato la sagoma di una donna. Quale? Non di Gwyneth poteva trattarsi, così lontana nel tempo, così innocua ormai. Chi, con sembianze di femmina, poteva rivelarsi per lui l’arma giusta per eliminare Merlino e annientare definitivamente Deer? E come?

S’arrovellava, febbrile e incerto, invocando una parola da Marith che, invece, restava muta. Anch’essa inquieta, osservava Gals e le sue smanie. Paziente. Ferma. Ostinata. Lui se ne sentiva addosso lo sguardo.

«Pensa Gals» insisté lei. «Gli spiriti dicono che è una femmina la tua arma contro l’avversario».

«Tu, forse?»

«Non io. Non hai da cercarmi né da domandare aiuto. Sono qui. In altre terre dobbiamo cercare».

«Io non trovo!» urlò lui. «Non trovo… Mi arrampico sulla memoria, m’aggrappo all’astuzia ma nessuna donna affiora. Nessuna…» concluse, lasciandosi cadere sulla sedia.

«Chiediti, allora, secondo quali strade puoi riprenderti ciò che ti appartiene».

«Ne ho una soltanto, lo sai. Spazzar via la vita e la memoria di Deer e del bastardo generato da mia sorella».

«Non hai eserciti per vincerli».

«Lo so donna!»

«Hai la forza, però».

«Non può bastare».

«Aggiungi ad essa la perseveranza».

«Ne ho molta».

«Rovescia l’ira in astuzia».

Gals si fece attento.

«Che intendi dire?»

«Quello che è chiaro, Gals. Diventa maestro nel raggiro, esperto del tradimento, artista dell’inganno. Raggiungi il cuore del tuo nemico colpendone la parte molle. Fa’ della sua debolezza la tua forza».

Lasciò che le sue parole scendessero lentamente nella mente dell’uomo. Gli accarezzò la fronte, gli massaggiò le tempie. Gals cedette alle carezze, allentò la tensione. Finì per abbracciare le spalle di Marith in una stretta rude.

«Maestro dell’inganno, dici. Tu sei padrona del raggiro e dell’incanto. Non hai nulla che possa sostenere il mio pensiero e mostrarmi una strada da percorrere? Quella sagoma di donna mi tormenta. È senza volto. Non so darle un nome…»

«Vieni».

Gals a cavallo, Marith a piedi, percorrevano la pianura acquitrinosa e salsa. La donna lo precedeva. Svelta come una lepre, cauta come una lince, camminava veloce tra la vegetazione bassa, scrutando intorno. S’era tolta le ciabatte sformate e affondava con i piedi nudi nel limo. Schiacciava alghe. Con le belle dita, a tratti, graffiava via dai massi il muschio fresco e ne scrutava febbrile le radici. Ne prendeva un pugno e lo metteva nell’ampia tasca della gonna. Avanzava ancora, secondo un andare irregolare che disorientava Gals. Lo impensieriva il crescere dell’eccitazione di Marith, il suo andare febbrile e inquieto. S’avvicinarono al mare. Corse, la donna, verso l’arenile. Si fermò di botto, come un cane in caccia, accanto a uno scoglio scuro, ricoperto di incrostazioni saline. Disegnavano una mappa di strisce bianche, una serpentina, un intreccio di segni che Marith sfiorò con le dita, quasi ne sapesse leggere il significato. Staccò dallo scoglio qualche concrezione e un paio di conchiglie piatte, dal bordo elegante. Sparirono nella tasca, insieme al muschio. Fece cenno a Gals di avvicinarsi.

L’uomo, abbandonata la cavalcatura, affondò fino alle caviglie nel limo e nella sabbia.

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