Michelangelo io sono fuoco by D'Orazio Costantino

Michelangelo io sono fuoco by D'Orazio Costantino

autore:D'Orazio, Costantino [D'Orazio, Costantino]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

GIULIO II voleva che scolpissi la sua tomba.

Mandò dei messaggeri con cento ducati per il viaggio – molto più di quanto mi servisse – e sessanta per le prime spese, che mi affrettai a versare presso il banco di Balducci appena giunsi a Roma.

Iniziò così, caro Leonardo, quella che ho definito più volte nella mia vita come «la tragedia della sepoltura». La scultura più grande che mi sia mai stata ordinata, ma anche la delusione più cocente che abbia mai vissuto. Un lavoro a cui mi sono dedicato per quarant’anni e che mi ha reso molto più burbero e diffidente di quanto non fossi già per natura.

Tutto ebbe inizio con quell’inattesa convocazione del Pontefice. Si era innamorato della mia Pietà e le lodi dell’amico Giuliano da Sangallo, che all’epoca lavorava a Roma come architetto di nobili e cardinali, avevano fatto il resto. Papa della Rovere era stato completamente conquistato dal mio talento, tanto che quando arrivai – era la fine del febbraio 1505, lo ricordo bene – nel giro di pochi giorni avevamo già trovato un accordo sull’opera che voleva da me. Un sepolcro per celebrare in eterno le sue imprese e il suo amore per l’arte. Ma non un monumento a parete com’era tradizione fare nelle chiese: un’architettura immensa cui girare intorno, decorata con decine di statue di marmo grandi più del naturale. Un lavoro che sarebbe costato diecimila ducati e mi avrebbe impegnato per almeno dieci anni.

Malgrado la proposta superasse qualsiasi immaginazione, non ebbi alcun dubbio sulla possibilità di realizzarla. Fin dalla sua elezione, avvenuta due anni prima in un conclave durato un solo giorno, Giulio II aveva dimostrato di essere un uomo capace di condurre in porto le imprese più ambiziose. Bastava guardare come avesse in poco tempo sistemato intere zone della città. Appena giunsi a Roma, me ne accorsi subito. Via Ripetta era stata lastricata di fresco, molti ruderi erano stati abbattuti per fare spazio a cantieri di chiese e palazzi, lungo il Tevere si stava lavorando a una nuova strada, il rettilineo più ampio mai realizzato dall’antichità: nell’idea del Pontefice avrebbe dovuto ospitare la sede dei tribunali, di cui avevano già gettato le fondamenta.



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