Miraggio by Clive Cussler Jack Du Brul

autore:Clive Cussler, Jack Du Brul [Clive Cussler, Jack Du Brul]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Azione e avventura, Azione, Letteratura, Narrativa
ISBN: 9788830441460
editore: Longanesi
pubblicato: 2014-09-04T22:00:00+00:00

17

Max Hanley continuava a dare ordini, mentre Eric correggeva di nuovo la rotta.

«Mark, voglio te e Max in garage, pronti a lanciare una RHIB al mio segnale. Vale a dire: ’Portello esterno aperto e motori caldi’.» Hanley premette il pulsante dell’intercom per chiamare i tecnici dell’area sub. «Parla Max. Preparate il Disco per l’operazione di salvataggio. E voglio anche il Little Geek pronto per l’immersione.»

L’Oregon solcava il mare quasi a una velocità da competizione offshore, sospinta tanto dai motori quanto dalla determinazione di Hanley a salvare i suoi compagni.

Mark Murphy stava per alzarsi dalla sedia quando notò qualcosa sulla sua console. «Max, ricevo il segnale automatico del Nomad. È risalito in superficie.»

«Sopra il relitto?»

«Negativo. Sono andati alla deriva di due miglia a nord.»

«Cambio rotta?» chiese Eric Stone.

«No», rispose Max, dopo una breve riflessione. «Continua verso il sito del relitto. Mark, vai giù e dimmi quando tu e Lawless siete pronti. Rallenteremo la nave, in modo da farvi uscire per raggiungere il Nomad.»

«Vado», disse Murphy, lasciando di corsa la sala operativa.

Nel frattempo Max chiamava MacD Lawless attraverso gli altoparlanti di tutta la nave, convocandolo in garage.

Quando mancava un miglio alla destinazione, Mark comunicò che erano pronti a lanciare l’imbarcazione. Max ordinò di rallentare e, quando giudicò che la velocità fosse a un livello di sicurezza, diede loro il via.

Spinta da due potenti motori fuoribordo, sull’acqua la RHIB era un razzo. Il nero scafo affusolato dai bordi gonfiabili le permetteva di affrontare qualsiasi mare e di essere configurata per missioni di ogni genere. L’imbarcazione fendette l’acqua, cavalcando e martellando le onde più alte, mentre da poppa sollevava un’alta scia di schiuma. Non era stata costruita con criteri di comfort: i due uomini dovevano stare dietro i comandi con le ginocchia piegate, per assorbire gli urti della corsa più folle. Se Mark aveva tendenzialmente un fisico da nerd, specie quando trascurava di allenarsi, MacD Lawless avrebbe potuto fare il modello di intimo maschile, con una muscolatura scolpita e un volto da divo del cinema. Era l’acquisizione più recente della Corporation, che lo aveva salvato da sequestratori talebani nel Pakistan settentrionale; nei mesi successivi aveva dimostrato il suo valore oltre ogni dubbio, e con il suo charme e il melodioso accento di New Orleans si era guadagnato le simpatie dell’equipaggio.

Procedevano a oltre cinquanta nodi, come un sasso piatto che rimbalzava sulla superficie sull’Atlantico. Alle loro spalle, l’Oregon era già un puntino che correva verso il suo appuntamento. MacD era al timone, mentre Mark faceva da navigatore, seguendo via satellite su un tablet la posizione del Nomad.

In pochi minuti raggiunsero lo scafo alla deriva, che aveva l’aspetto di un vagone-serbatoio finito molto lontano dai binari della ferrovia. MacD affiancò il sommergibile mentre Mark si protendeva dalla fiancata con una cima per agganciarlo.

Lawless non aspettò che avesse finito. Prese una maschera, si tolse le Nike e si tuffò. Mark lo osservò scuotendo il capo, senza capire perché si fosse buttato in mare quando avrebbero potuto salire tranquilli a bordo passando dalla camera stagna di poppa.

MacD era

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