Moneta e civiltà mediterranea (Intersezioni) (Italian Edition) by Cipolla Carlo M

Moneta e civiltà mediterranea (Intersezioni) (Italian Edition) by Cipolla Carlo M

autore:Cipolla, Carlo M. [Cipolla, Carlo M.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Società editrice il Mulino, Spa
pubblicato: 2020-08-27T00:00:00+00:00


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[ 1 ] Si veda E. Cannan, Money , Westminster, 1929, pp. 31 s. Sulle opinioni degli antichi teorici della moneta cfr. A.E. Monroe, Monetary Theory before Adam Smith , Cambridge, Mass., 1923, p. 96.

[ 2 ] Un economista moderno ha notato: «Non è forse esagerato affermare che questa scoperta rese possibile il gold standard col dimostrare che un soddisfacente sistema di circolazione sussidiaria era possibile anche senza dover ricorrere al monometallismo argenteo o al bimetallismo». Cfr. A.E. Whittlesey, Principles and Practices of Money and Banking , New York, 1948, p. 198.

[ 3 ] Chiamerò moneta-segno la moneta «il cui valore nominale è superiore al valore della materia di cui è composta», e moneta-piena quella «il cui valore nominale non è superiore a quello della materia che la compone». Per queste definizioni cfr. D.H. Robertson, Money , Cambridge, 1948, p. 47.

[ 4 ] G. Montanari, La zecca in consulta di stato , in A. Graziani, Economisti del Cinque e del Seicento , Bari, 1913, pp. 290, 291 e 294.

[ 5 ] Per esempio, nel XVII secolo la legislazione monetaria di Piemonte e Savoia era ancora dominata dalla confusione tra moneta-piena e moneta-segno. Si veda V.G. Praj, La moneta piemontese ai tempi di Vittorio Amedeo I e Carlo Emanuele II , in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 40 (1938), p. 246. E molti economisti del XVIII secolo ancora non erano inclini a correre i rischi impliciti nell’emissione di monete fiduciarie di sussidio. Un esempio tipico di tale modo di vedere è dato da P. Neri, Osservazioni sopra il saggio, conio e valore delle monete , in F. Argelati, De monetis Italiæ , t. V, appendice, Milano, 1759, p. 137, par. 103. Per un inquadramento generale delle teorie dell’epoca cfr. Monroe, Monetary Theory , cit., pp. 189 s.

[ 6 ] G.A. Thesauro, Tractatus novus de augmento ac variatione monetarum , Torino, 1607, pp. 27, 33. A p. 33 l’autore dichiara inoltre che «quando nimis erose monete cuditur vel aliunde importatur tunc semper alteratur pretium perfectioris monete».

[ 7 ] A. Serra, Breve trattato delle cause che possono fare abbondare li regni d’oro e d’argento , in Graziani, Economisti , cit., p. 217.

[ 8 ] Praj, La moneta piemontese , cit., p. 235.

[ 9 ] Montanari, La zecca in consulta di stato , cit., p. 290.

[ 10 ] G.B. Vasco, Osservazioni , in Scrittori classici italiani di Economia politica , parte moderna, a cura di A. Custodi, Milano, 1804, t. 35, pp. 335, 341.

[ 11 ] Raccolta delle leggi della R. Casa di Savoia , edito da F.A. Duboin, Torino, 1851, t. 18, vol. 20, p. 1330.

[ 12 ] Intelligentemente più elastica fu la legge monetaria toscana del 1534 che stabiliva che la moneta di rame e mistura «si possa battere sì e quando e quella somma sarà particolarmente deliberata per gli uffiziali di Monte e Signori di Zecca per i tempi esistenti». I «Signori di Zecca» dimostrarono poi coi fatti di voler contenere la moneta piccola nei limiti consentiti da una sana circolazione,



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