(Monster in his eyes 01) Il mostro nei suoi occhi by J.M. Darhower

(Monster in his eyes 01) Il mostro nei suoi occhi by J.M. Darhower

autore:J.M. Darhower [Darhower, J.M.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788855312462
editore: Hope Edizioni
pubblicato: 2020-12-25T23:00:00+00:00


* * *

Quando mi sveglio, al mattino, Naz si è già alzato… se mai è venuto a dormire.

Quando lascio il letto anch’io e mi avventuro al piano di sotto, lo trovo già docciato e vestito, in cucina a lavare i piatti.

È davvero un’immagine particolare, una che mi fermo ad ammirare.

La giacca è piegata sul bancone alle sue spalle, ha le maniche arrotolate fino ai gomiti, le mani immerse nella schiuma bollente. Sta strofinando un bicchiere con una foga impareggiabile, come se stesse raschiando via dei graffiti da un muro.

Mi sorprende che non gli si rompa tra le mani.

Nell’aria aleggia un odore di disinfettante, uno strano mix di candeggina e limone chimico. I pavimenti brillano, ogni cosa è splendente.

Non mi sono avventurata oltre nella casa, ma qualcosa mi dice che anche le altre stanze sono così immacolate.

Dal momento che Naz non cucina, non ha molte stoviglie da lavare. Termina coi bicchieri e passa a un coltello, lo sfrega con una spugna con una forza tale che ho paura si possa tagliare. Alla fine, butta tutto nel lavabo e apre l’acqua per un ultimo risciacquo, poi si volta verso di me. «Buon pomeriggio.»

Mi cade la mascella. «Pomeriggio?»

«Sì» risponde, lanciando un’occhiata al suo orologio sul bancone. «Sono le dodici e un quarto.»

Spalanco gli occhi. «Devo sbrigarmi o perderò l’autobus!»

«L’autobus?»

«L’autobus per tornare a casa! Sai, per Pasqua? Ti ho detto che sarei tornata a casa per il weekend. Devo prendere l’autobus delle 13.30.»

Toglie il tappo nel lavandino per far scolare l’acqua e si volta a guardarmi. «L’ho scordato, altrimenti ti avrei svegliata.»

«Avrei dovuto ricordartelo» replico, accigliandomi. Mi è passato di mente, ieri sera, di chiedergli di chiamarmi in tempo.

«Posso accompagnarti» propone, mentre si asciuga le mani su uno strofinaccio. «Non preoccuparti dell’autobus.»

«È una follia» esclamo, scuotendo la testa. «Perderesti tutta la giornata ad andare e tornare.»

«Sono solo quattro ore fino a Syracuse.»

«Non viviamo a Syracuse» gli dico. «Viviamo a un’ora di distanza da lì.»

«Non è un problema» ribatte.

«Ma io… io non posso chiederti una cosa del genere» dico. «E a mia madre non farebbe piacere. Non le piace avere gente in giro, e io non le ho ancora raccontato… Cioè, lei ancora non sa…»

«Lei ancora non sa che stai uscendo con qualcuno» suppone, riabbassandosi le maniche.

«Sì» confesso. «Ho intenzione di dirglielo, davvero. È solo che…»

«Lei non capirebbe» suppone un’altra volta.

«Sì» ripeto. «Apprezzo l’offerta, comunque. Sul serio. E gliene parlerò, solo, non ora. Se riesco a tornare subito in centro, posso fare in tempo a prendere l’autobus.»

Lui afferra la giacca e se la infila, sistemandosi il colletto. «Vestiti, allora, e ti ci accompagno.»

Proprio come ha promesso, mi riporta a Manhattan in tempo, e riusciamo addirittura a ordinare un caffè lungo il tragitto. Lo bacio, rivolgendogli un sorriso timido, poi lo bacio ancora.

E ancora.

E ancora.

«Mi mancherai questo fine settimana» ammetto, mormorando le parole contro le sue labbra.

«Sarò qui ad aspettarti, quando tornerai» dice lui. «Vai, prima di perdere il tuo passaggio.»

Lo bacio ancora una volta, scendendo controvoglia dall’auto. Mentre lo guardo allontanarsi, un peso che non riesco a spiegare mi opprime il petto.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.