Musica & Fantascienza by Maurizio Galli

Musica & Fantascienza by Maurizio Galli

autore:Maurizio Galli
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza, Musica, colonne sonore, science fiction, Letteratura, Cinema
editore: Vololibero
pubblicato: 2024-04-15T00:00:00+00:00


Parliament, Mothership Connection

A questo punto della loro carriera arrivarono al canto del cigno con Smokin’ del 1979, un album che conteneva un paio di canzoni funk fantascientifiche interessanti: Atomic Funk, che offriva la danza come antidoto alla paranoia sulla guerra nucleare, e Space Machine, una canzone che nuotando in scintillanti effetti spaziali recitava: “C’è sicuramente vita su altri pianeti.”

Se le Labelle non hanno aggiunto molto musicalmente al funk fantascientifico lo hanno fatto però con l’abbigliamento e la profondità. Il gruppo – formato da Patti LaBelle, Sarah Dash e Nona Hendryx – nasce negli anni Sessanta come Patti LaBelle and the Bluebelles, ma è all’inizio del decennio successivo che decisero di reinventarsi. Incoraggiate dal glam e dalla crescente raffinatezza del funk, ebbero il loro primo successo disco con Lady Marmalade del 1974. Il lato B di quel singolo, tuttavia, andava in una direzione completamente diversa. Musicalmente Space Children non era lontana dalla hit, ma molto dal punto di vista dei testi in quanto trattava di “bambini spaziali, amanti universali” che si sono spinti a trovare l’illuminazione nelle “stelle più grandi delle galassie”. Con quel brano le Labelle hanno offerto una versione fluida, raffinata, ma non per questo meno avventurosa, del funk fantascientifico, grazie soprattutto alla scrittura della Hendryx. I loro costumi di scena assomigliavano a tute spaziali cromate scolpite in un’eleganza aderente; durante le esibizioni, a volte scivolavano giù dalle travi usando imbracature come se fossero visitatori spaziali che scendevano sul pubblico. Un impatto complessivo che ha saputo combinare sia il femminismo che l’afrofuturismo. Secondo un’intervista al “New York Times” nel 1974, gli abiti futuristici di scena rappresentavano l’energia associata all’indipendenza dell’era spaziale, la rabbia di vivere e la scoperta di ciò che era nuovo. Stivali e pantaloni argentati hanno contribuito a definire una personalità che vede la possibilità di far parte, almeno in parte, del domani. Non a caso le Labelle hanno condiviso il costumista sia con i P-Funk che con Kiss: Larry LeGaspi, che lavorava per uno studio di New York chiamato Moonstone, specializzato in moda futuristica per il fiorente mercato delle rockstar.

Black holes in the sky

May disappear and not be recognized

You’d better keep your ears to the wind

Because the truth might sound

And never be heard again

And stars fall from the sky all the time

They’re only quasars

Dying stars much too far to see

They’re only quasars

Dying stars much like you and me

I buchi neri nel cielo

Posson scomparire e non essere riconosciuti

Faresti meglio a tenere le tue orecchie al vento

Perché la verità potrebbe suonare

E non essere mai più risentita

E le stelle cadono dal cielo tutto il tempo

Sono solo quasar

Stelle morenti troppo lontane per essere viste

Sono solo quasar

Stelle morenti proprio come te e me

Nel 1975, le Labelle pubblicarono l’album Phoenix che conteneva Cosmic Dancer e la fantascientifica Black Holes in the Sky in cui consigliano l’ascoltatore dicendogli: “Guarda i buchi neri nel cielo”. La rivista rock “Creem” definì la canzone come “una specie di ‘Rocket Man’ femminista. Il caso vuole che Elton John, prima di diventare famoso, fu pianista nella band itinerante di Patti LaBelle and the Bluebelles alla fine degli anni Sessanta.



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