My World by Peter Sagan

My World by Peter Sagan

autore:Peter Sagan [Sagan, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852090578
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


2016

AUTUNNO

Tra le Olimpiadi di mountain bike e Plouay c’era solo una settimana di mezzo, così ci ritrovammo in fretta e furia su un volo di ritorno attraverso l’Atlantico. Ebbi tutto il tempo per riflettere sull’esperienza di Rio.

Inevitabilmente il pensiero mi andò alla prova su strada dei Giochi, ora che avevo sentito come si era svolta la faccenda. Forse Gabriele e Giovanni avevano ragione a preoccuparsi che potessi pensare di aver commesso uno sbaglio a non correrla?

Ci rimuginai un po’. Da quel che potevo vedere, il vero protagonista della gara era stato Vincenzo Nibali, e la sua caduta su quello che si era dimostrato un tracciato decisamente pericoloso era stato il momento chiave della giornata. Era finito a terra insieme a Sergio Henao, un altro scalatore che puntava alla medaglia, e a Richie Porte era andata poco prima nello stesso identico modo. La corsa si era ribaltata, e Greg Van Avermaet aveva pedalato così forte da riuscire a domarla e diventare campione olimpico, una gara davvero straordinaria a prescindere da qualsiasi prospettiva la si guardasse.

Sarebbe stato diverso se ci fossi stato anch’io? Ovviamente sì. Non in virtù della mia presenza, ma per il fatto che non c’è mai una gara uguale all’altra. Nibali non cade praticamente mai. E anche lì, Henao è abbastanza forte da potersene andare da solo, ma era finito a terra pure lui. Se tra gli inseguitori ci fossimo stati Greg e io, nessun altro ci avrebbe mai aiutato a rientrare. Di base, è sempre il vecchio discorso dei cento corridori con cento storie diverse, tutti insieme su un percorso su cui nessuno è abituato a gareggiare, in cui puoi anche finire con la testa contro un albero a novanta chilometri orari. Greg è il campione olimpico, era destino che diventasse campione olimpico, e questo è quanto.

Ciò mi fece pensare più in generale al ciclismo e a quello che passiamo noi corridori.

Nella femminile, Annemiek van Vleuten era da sola che pedalava verso quello che sembrava un oro certo, quando la terribile discesa di Vista Chinesa aveva messo fine ai suoi sogni, e per un pelo non a molto di più. Che fosse a bordo pista il giorno dopo era semplicemente incredibile per i molti che l’avevano vista colpire terra con un impatto così devastante e avevano temuto il peggio. Ciclismo, eh? Seguivo la Liegi-Bastogne-Liegi femminile e ho visto Marianne Vos quando le hanno dovuto mettere una placca e delle viti nella spalla dopo che era caduta. Eppure aveva portato a termine la gara. Che banda di duri che siamo!

Me ne andai dritto a Plouay, un piccolo villaggio nella culla del ciclismo francese, la Bretagna. Bernard Hinault è l’incarnazione del ciclista bretone: fiero, forte e indomito. Malgrado lo scenario per nulla pretenzioso e le molteplici denominazioni – credo che abbia ufficialmente preso il nome di Bretagne Classic Ouest-France nel 2016 – la corsa è universalmente nota dal nome del paesino che la ospita. Nel 2000 ci hanno fatto i Campionati del mondo. Pioveva.

Anche nel 2016 pioveva, ma non per tutto il giorno.



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