Nemesi medica by Ivan Illich

Nemesi medica by Ivan Illich

autore:Ivan Illich
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: A.D.A. - Anonymous Digital Amanuensis
pubblicato: 1990-12-31T23:00:00+00:00


NOTE

NOTA 1. Per una finissima analisi fenomenologica della modernizzazione dell'esperienza del dolore, vedi Peter Berger, "Policy and the calculus of pain in Pyramids of sacrifice: political ethics and social change", Basic Books New York, 1974, capitolo 5.

NOTA 2. F. J. J. Buytendijk, "Painé its modes and functions", University of Chicago Press Chicago, 1962. Rudolf Bilz, "Pal„oanthropologie", volumi 1 e 2, "Studien ber Angst und Schmerz", Suhrkamp, Francoforte sul Meno, 1971.

NOTA 3. Victor Weizs„cker, "Arzt und Kranker", volume 1, K”hler, Stoccarda, 1949. NOTA 4. Thomas S. Szasz, "Pain and pleasure", Basic Book, Nuova York, 1957.

NOTA 5. Per un'analisi della reazione al dolore da parte degli scrittori e filosofi contemporanei, vedi Ida Cermak, "Ich klage nicht: Begegnungen mit der Krankheit in Selbstzeugnissen sch”pferischer Menschen", Amalthea, Vienna, 1972. Nel tardo Medioevo era quasi impossibile riconoscere, dal comportamento di una persona sofferente, se all'origine di ciò che essa provava c'era afflizione, compassione, orgoglio ferito o dolore fisico: Wilhelm Scherer, "Der Ausdruck des Schmerzes und der Freude in der mittelhochdeutschen Dichtung der Bltezeit", Strasburgo, 1908.

NOTA 6. Quando gli artisti della Grecia classica ritraevano il dolore, erano interessati solo indirettamente dal suo risvolto fisiologico e cercavano soprattutto di rappresentare il modo più o meno personale in cui questo era vissuto: Ernst Hannes Brauer, "Studien zur Darstellung des Schmerzes in der antiken bildenden Kunst Griechenlands und Italiens", prolusione inaugurale all'università di Breslavia, Nichkowsky, Breslavia, 1934. Per analoghe conclusioni riguardo al teatro attico, Karl Kiefer, "K”rperlicher Schmerz auf der attischen Bhne", prolusione inaugurale, Carl Winter's Universitatsbuchhandlung, Heidelberg, 1908.

NOTA 7. Confronta 60 rappresentazioni plastiche di esseri umani sofferenti in Friedrich Schulze-Maizier, H. Moehle, "Schmerz", Metzner, Berlino, 1943. Anche in F. Garnaud "La douleur dans l'art", 'Aesculape', 1957, parecchie tavole in una serie di fascicoli.

NOTA 8. Victor Weizs„cker, "Zum Begriff der Arbeit: eine HabeasCorpus Akte der Medizin?", in Edgar Salin (a cura) "Synopsis: Festgabe fr Alfred Weoer", Schneider, Heidelberg, 1948, pagine 707-61. Una descrizione fenomenologica della sofferenza come "Leistung", cioè come un'attività della persona sofferente che suscita rispetto in tutte le società e che è di solito considerata come una 'prestazione' che, pur diversa dal lavoro, ha una qualifica sociale analoga a esso. Vedi anche Albert Gorres (a cura) "Der Kranke, Argernis der Leistungsgesellschaft", Patmos, Dusseldorf, 1971. Benché non arrivi fino allo stesso punto, Everett Hughes, "Men and their work", Free Press, Nuova York 1958, offre una base per una interpretazione analoga.

NOTA 9. "Bilz Die Menschheitsgeschichtlich altesten Mythologeme", in "Studien ber Angst und Schmerz", cit., pagine 276-94.

NOTA 10. Asenath Petrie, "Individuality in pain and suffering", University of Chicago Press, Chicago, 1967. Gli individui differiscono nell'intensità con cui modulano l'esperienza: mentre alcuni riducono, altri accrescono ciò che percepiscono, compreso il dolore. Questo tipo di reazione è, in parte, determinato geneticamente. Vedi anche B. B. Wolff, M. E. Jarvik, "Relationship between superficial and deep somatic threshold of painé with a note on handedness", 'American Journal of Psychology', 77 (1964): 589-99.

NOTA 11. Per la persona che si presume soffra al momento del parto, e per il punto del corpo dove si presume che abbia origine il dolore, vedi Grantly Dick-Read, "Rivelazioni sul parto.



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